La progettazione degli interni in un monolocale pone una delle sfide più complesse per chi si occupa di arredamento: la necessità di far convivere funzioni abitative diametralmente opposte all’interno di un unico volume. Il desiderio di mantenere un ambiente arioso e luminoso spesso si scontra con l’esigenza fondamentale di definire aree distinte per il riposo e per le attività diurne. La soluzione tradizionale di erigere pareti divisorie o cartongessi, sebbene efficace nel delimitare, comporta inevitabilmente una frammentazione dello spazio, riducendo la percezione di ampiezza e ostacolando la diffusione della luce naturale. L’obiettivo diventa quindi trovare un metodo per creare una separazione netta ma non invasiva, che preservi l’integrità visiva dell’open space pur garantendo la privacy necessaria alla zona notte.
Sfruttare la verticalità come risorsa architettonica
La risposta a questa esigenza di ottimizzazione risiede nel cambio di prospettiva: smettere di ragionare esclusivamente in termini di metri quadri calpestabili e iniziare a sfruttare i metri cubi disponibili. L’introduzione di letti a soppalco singoli rappresenta una strategia d’arredo determinante in questo contesto. Questa tipologia di struttura permette di elevare fisicamente l’area dedicata al sonno, distaccandola dal piano di calpestio principale. Questo spostamento non è puramente funzionale, ma crea una separazione psicologica importante: pur non essendoci muri, il letto posizionato in quota viene percepito come un ambiente a sé stante, separato dalle dinamiche della cucina o del salotto. La struttura stessa del soppalco agisce come un elemento architettonico leggero che definisce i confini senza chiudere la vista, mantenendo la fluidità della luce e dell’aria all’interno della stanza.
Una nuova stanza al piano inferiore
Il vero vantaggio di questa configurazione risiede nella liberazione totale della superficie sottostante la zona notte. L’area che tradizionalmente sarebbe stata occupata dall’ingombro del materasso diventa una tela bianca, uno spazio “guadagnato” pronto per essere trasformato in base alle necessità specifiche dell’abitante. Sotto il soppalco si apre la possibilità di allestire una zona living completa, con un divano e un mobile TV, creando un salotto accogliente e raccolto, protetto dalla struttura superiore. Alternativamente, per chi lavora da casa o per gli studenti, questo spazio può diventare un ufficio domestico perfettamente attrezzato, con una scrivania ampia e scaffalature, isolato dal resto della casa per favorire la concentrazione. In altri scenari, l’area può essere dedicata a cabine armadio a vista o a soluzioni di contenimento intelligenti, massimizzando l’ordine che in un monolocale è essenziale.
Raddoppiare la superficie vivibile
La scelta di separare la zona notte attraverso l’elevazione non è un semplice compromesso dettato dalla mancanza di spazio, ma una soluzione progettuale che arricchisce l’ambiente. Utilizzare la verticalità permette di fatto di raddoppiare la superficie utile di quella specifica porzione di casa, sovrapponendo due funzioni che altrimenti avrebbero dovuto competere per lo stesso spazio a terra. Il monolocale smette così di essere un luogo dove si dorme in cucina e diventa un appartamento strutturato, dove ogni momento della giornata ha la sua collocazione ideale, definita e confortevole, senza la necessità di opere murarie che ne limiterebbero il potenziale.
