La radiazione di fondo potrebbe non esser così pericolosa

Un recente studio del MIT (Institute of Technology nel Massachussetts), diretto dalla Prof.ssa Jacquelyn Yanch, ha avuto come soggetto gli effetti a lungo termine delle radiazioni di moderata intensità sui sistemi biologici.  Cavie di laboratorio sono state sottoposte ad una radiazione di fondo ben 400 volte superiore a quella normale per un periodo di 5 settimane, senza riscontrare effetti sulla stabilità del loro genoma.

Le radiazioni sono importanti agenti mutanti, ossia che causano danni di entità variabile al DNA. Questi danni possono portare alla distruzione dei tessuti oltre a formazioni neoplastiche e quindi al cancro.

Gli esperimenti, ancora in atto, potrebbero ricalibrare i piani di sicurezza dei paesi mondiali in questo senso.

“Attualmente, negli Usa e in molti altri paesi con un livello di radiazioni 8 volte superiore alla norma, si procede all’evacuazione totale delle aree coinvolte. Tuttavia, dopo un’esposizione di 5 settimane a livelli 400 volte superiori, non abbiamo riscontrato danni significativi per il Dna. Non ci sono dati che sostengano che simili tassi di radiazione facciano male” ha spiegato la Yanch.

Se i risultati a lungo termine dovessero dimostrare la sovrastima nei confronti dell’inquinamento radioattivo, potrebbe esser più che buona notizia per tutti noi. Ma è anche vero che determinati studi, in cui i fenomeni sono di dimensioni statistiche e le conclusioni possono esser tratte solo dopo lungo periodo, non possono esser considerati legge assoluta e quindi invalidare l’attenzione nei confronti di un rischio per la salute che c’è e che, in non pochi casi, si è visto.

Nonostante il principio di precauzione non sia assolutamente la panacea per tutti mali, è comunque chiaro che, seppur ci fosse una sovrastima del pericolo radioattivo a lungo termine, nessuna attività o libertà umana può esser intaccata dall’attenzione e prevenzione.