Delle Olimpiadi invernali di Sochi, in Russia, si sta discutendo meno per lo sport e più per alcune brutte vicende di contorno. Come quelle che riguardano i diritti degli omosessuali e l’atteggiamento repressivo del governo di Putin contro gli oppositori, e soprattutto per l’impatto che questi giochi olimpici hanno avuto sul territorio.
In molti sostengono che, nonostante le promesse di organizzazione “green” e rispettose per l’ambiente, ci sia stato un fallimento generale nella gestione delle Olimpiadi. Tantissimi i soldi spesi, ma i processi di costruzione e di realizzazione degli impianti a Sochi sono stati dannosi per tutta la regione.
Alcune delle principali conseguenze della creazione del villaggio olimpico a Sochi delle sono state la creazione di discariche abusive, lo scarico illegale di rifiuti, la distruzione di alcune zone verdi che hanno creato interferenze alle rotte migratorie di alcune specie animali, problemi alle falde acquifere e tantissimi disagi per gli abitanti della città e di quelle vicine. Per non parlare dei turni di lavoro massacrante a cui sono stati sottoposti i lavoratori che hanno realizzato gli impianti, che non sono serviti comunque a evitare enormi ritardi ed errori grossolani.
La biodiversità di una zona ricca di verde e natura è stata quindi messa a dura prova per realizzare le Olimpiadi all’insegna dello sfarzo assoluto. Uno sfarzo sulla carta, non confermato da chi in realtà ha preso parte a queste Olimpiadi. È nato addirittura un account twitter, @sochiproblems, per testimoniare tutte le pecche e le mancanze di questi giochi olimpici. Ci sono foto che fanno ridere, foto esilaranti, ma alcune lasciano davvero sgomenti.
Quindi, i danni all’ambiente non hanno neanche aiutato nella costruzione di strutture di qualità. Ospitare i giochi olimpici invernali non è certo un’operazione da poco. E farlo vicino a aree naturali protette e patrimonio dell’Unesco rende le cose ancora più difficili. In più, molti degli abitanti della città sono stati trasferiti forzatamente – per meglio dire illegalmente – in località vicine, per fare spazio a questi giochi. In realtà, secondo molti ambientalisti, la location di Sochi non sarebbe dovuta essere neanche presa in considerazione, per motivi ambientali, ecologici e anche logici. Gli ambientalisti sembrano molto preoccupati sull’impatto che i lavori relativi alle Olimpiadi, e i rifiuti tossici accumulati in questi mesi di lavori, possano avere sull’acqua dei fiumi (ad esempio il vicino Mzymta), per non parlare del rischio inondazioni. Sia dal WWF che da Greenpeace sono stati segnalati gravi danni per la flora e la fauna della zona compresa tra il Caucaso e il Mar Nero.
Inoltre, anche gli animalisti e in particolare la LAV sono scesi in campo negli scorsi giorni per segnalare lo sterminio di massa dei cani randagi di Sochi.
Tutto questo atteggiamento poco rispettoso nei confronti della flora, della fauna e in generale dell’altro, rientra pienamente nelle manifestazioni di onnipotenza che spesso caratterizzano le decisioni di Putin. Tra l’altro, data la location, c’è da immaginare che tutti gli sforzi spesi per realizzare queste strutture saranno azzerati al termine dei giochi. Quante possibilità ci sono che Sochi diventi come il villaggio olimpico di Sarajevo del 1984, completamente abbandonato, come mostra questa foto della pista da bob?
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