Salone del Gusto, a spasso tra i sapori del mondo

Diciamo subito quello che non c’era: non c’erano gli insetti nelle ricette del laboratorio del Nordic Food Lab di Copenhagen, bloccati dalla normativa italiana che non permette (ancora?) l’uso di grilli e cavallette come ingredienti alimentari. Per il resto, invece, non è mancato proprio nulla: 1.200 produttori provenienti da più di 100 paesi, decine di migliaia di visitatori, cibi e sapori d’eccellenza approdati a Torino dalle culture gastronomiche mondiali.

Salone

Che cos’è? Il Salone del Gusto e Terra Madre, ovviamente. Decima edizione della più famosa kermesse dedicata al cibo e alla biodiversità, organizzata a Torino da Slow Food, andata in onda dal 23 al 27 ottobre, con un nuovo record: una riduzione dell’impatto sull’ambiente del 65% rispetto al 2006. Come? Attraverso convenzioni e sconti per chi è arrivato con mezzi pubblici e carpooling, la scelta di materiali di riuso per gli allestimenti, lampadine a basso consumo, stoviglie biodegradabili e una raccolta differenziata spinta, facilitata anche dai volontari di Legambiente che hanno monitorato le isole aiutando i visitatori più confusi.

rifiutSalone Gusto

Oltre a questo, l’edizione 2014 si è anche distinta per un approccio particolarmente family friendly: laboratori e percorsi guidati per bambini e famiglie, spazi allestiti in collaborazione con la rivista Giovani Genitori dedicati all’allattamento e al cambio dei più piccoli, dove è stato anche possibile parcheggiare i passeggini sostituendoli con fasce porta-bebè, per girare tra gli stand più agilmente.

Giovani Genitori

Arca del GustoMa il Salone del Gusto è, ovviamente, soprattutto cibo di qualità, prodotti provenienti da agricoltura, pesca e allevamento sostenibili, di cui difendere sapori e biodiversità.
Yogurt alla cenere dal Kenya, tè matcha giapponese, cioccolato dell’Ecuador, banane mignon dell’Uganda e sedano rosso di Orbassano: la visita è un viaggio organolettico inebriante alla scoperta di varietà spesso a rischio di estinzione, che Slow Food salva facendole salire sull’Arca del Gusto, grande catalogo mondiale di sapori tradizionali, prima che il diluvio dell’omologazione li porti via.

Agitu Salone del GustoCibi e storie da scoprire attraverso assaggi, laboratori e incontri, come quello con Agitu, la donna che sussurra alle capre. Etiope, approdata in Italia 16 anni fa, dove dopo una laurea in sociologia alleva in Trentino le sue 53 capre di razza rustica, mungendole a mano per non perdere il rapporto intimo con gli animali, producendo caprini bio erborinati e non di rara dolcezza.

Altri stand, altri sapori, altre voci. C’è quella degli apicoltori, per esempio, che al Salone del Gusto lanciano un grido di allarme perché le loro api sono minacciate dai cambiamenti climatici, dall’uso dei pesticidi in agricoltura e il loro mercato è segnato dall’adulterazione dei produttori cinesi, che tagliano il miele con sciroppi al riso vendendolo a prezzi ridicoli. Il miele è altra cosa, diciamolo, e i consumatori è bene che lo sappiano.

La qualità va preservata, insomma, dentro e fuori il Salone del Gusto, anche attraverso disciplinari di produzione a tutela dell’origine e della qualità dei prodotti. Come quello richiesto in questi giorni dai piccoli e grandi produttori di Vermouth di Torino, vino liquoroso aromatizzato inventato in piazza Castello nel 1776 dal distillatore Antonio Benedetto Carpano: eccellenza made in Italy in piena riscoperta, ora bisognosa di valorizzazione e tutela. E di consumatori in grado di apprezzarla.

Vermouth