Perù, dalla coca al cacao: una trasformazione di qualità

<<Abbiamo iniziato convincendo 27 coltivatori a seminare cacao al posto delle piante di coca. Oggi i coltivatori sono diventati più di 2000>>. Gonzalo Rios, direttore commerciale della Cooperativa Acopagro ci parla dell’impegno nella diffusione della produzione di cacao in Perù: un’attività sostenibile, solidale e di grande valore.

È il 21 luglio, siamo ospiti della Cascina Triulza in Expo Milano 2015, presso la quale prende vita una dinamica tavola rotonda sulla riconversione delle piantagioni di coca peruviane in colture di cacao. Al tavolo dei relatori siedono Icam e Otto Chocolates -innovative figure dell’imprenditoria italiana-, OCEX, Acopagro e l’Ufficio per il Commercio Estero del Perù. Insieme ci raccontano una straordinaria collaborazione, in cui il lavoro di uno si inserisce nell’attività dell’altro, creando prodotti di alta qualità strettamente legati allo sviluppo di un contesto etico in cui sostenibilità sociale e ambientale la fanno da padrone.

Da sinistra verso destra: Melissa Cornacchione (OCEX); Amora Carbajal Shumacher (Ufficio commercio estero del Perù); Luciano Scalettari (moderatore); Gonzalo Rios (Acopagro); Angelo Agostoni (Icam); Bruno Ottonello (Otto Chocolates)
Da sinistra verso destra: Melissa Cornacchione (OCEX); Amora Carbajal Shumacher (Ufficio commercio estero del Perù); Luciano Scalettari (moderatore); Gonzalo Rios (Acopagro); Angelo Agostoni (Icam); Bruno Ottonello (Otto Chocolates)

 

La pianta di coca in Perù

Il Perù è uno dei principali produttori al mondo di coca, la sua coltivazione interessa 13 regioni su 25 concentrandosi nella zona centrale del Paese e attraverso rotte clandestine rimpingua il mercato mondiale del narcotraffico. A livello locale tale esercizio comporta un serio impoverimento del suolo, fenomeni di deforestazione e inquinamento delle acque a causa del trattamento chimico delle foglie di coca. Dall’altra parte stiamo parlando di una fonte di reddito per le piccole realtà coinvolte, che senza solide alternative e forti istituzioni locali perpetuano la loro attività agricola. Eppure da qualche anno qualcosa sta cambiando.

 

Il potenziale del cacao_MG_4106

Dal 2011 la coltivazione delle piante di coca ha avuto un calo del 30%. La decrescita, spiega Melissa Cornacchione, di OCEX, si deve allo sforzo di cooperative ed enti pubblici come DEVIDA, che stanno riuscendo nell’impresa di mettere in piedi sul territorio produzioni lecite in grado di valorizzare le qualità che il Paese può offrire. Qui entra in gioco il nostro cacao.

Il Perù racchiude tra i suoi confini l’antica tradizione del cibo degli dei, conserva numerose varietà di cacao caratterizzate da proprietà inimitabili, come l’aroma del cacao chuncho o l’atipico cacao bianco. Acopagro ha colto questa ricchezza e con l’aiuto di preziosi partner l’ha resa l’alternativa. Nel tempo la cooperativa ha svolto un’importante funzione di aggregazione per i coltivatori e le popolazioni interessate alla conversione delle piantagioni di coca, ha fornito agli agricoltori tecnologie adeguate e finanziamenti e promosso di pari passo una crescita sociale. Mentre si lavorava su fiducia e incentivi sociali il prezzo della coca traballava mentre quello del cacao acquisiva sempre più stabilità attirando nuovi operatori agricoli.

 

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La collaborazione italiana, icam e Otto Chocolates

Acopagro produce solo cacao biologico di alta qualità delle varietà locali; è in questo modo che la cooperativa si differenzia dalle altre linee di produzione, ricavandosi una nicchia di mercato di ottimo livello ed entrando in contatto con le aziende cioccolatiere italiane. L’Italia acquista più del 10% delle esportazioni di cacao del Perù ponendosi come acquirente importante, ma il ruolo fondamentale lo giocano quelle aziende che intrattengono col Perù una relazione diretta, mutuale e di supporto.

Angelo Agostoni, presidente di Icam sottolinea l’importanza del rapporto diretto col produttore e una collaborazione che miri ad ottenere il meglio per entrambe le parti affinché si continui a crescere come per effetto di un circolo virtuoso. Nell’interesse vi è una filiera soddisfatta dall’inizio alla fine, dal coltivatore al consumatore. Icam e Acopagro hanno elaborato un modello economico ad hoc che permettesse a quest’ultima di crescere e raggiungere traguardi sociali sul territorio peruviano. Bruno Ottonello, di Otto Chocolates riporta l’etica che fonda il suo lavoro, ovvero conoscere e ideare con attenzione un prodotto che sia veramente buono per tutti e di qualità.

La ricerca e la cura, l’affiatamento tra istituzioni che vogliono realizzarsi lavorando assieme sono il segreto di una barretta di cioccolato che si forma tra il Perù e l’Italia, contribuendo con la sua esistenza alla vittoria in una battaglia di portata globale.

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