Studio dell’Onu: 3,2 miliardi di persone minacciati dal degrado del suolo

Un dettagliato studio dell’Onu, condotto per tre anni da oltre un centinaio di scienziati, nell’ambito della Piattaforma intergovernativa politico-scientifica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici (Ipbes), sostenuta da 129 paesi, rivela alcuni dati allarmanti sulle condizioni della nostra terra, sempre più malandata. 

La ricerca è stata presentata lunedì a Medellin in Colombia. Il degrado del suolo minaccia il benessere di due quinti dell’umanità, più di 3,2 miliardi di persone, aumentando i rischi di guerre e migrazioni. Molto gravi tutte le conseguenze derivate dalla deforestazione, prosciugamento di zone umide e inquinamento che costano all’umanità in termini di produttività e qualità della vita.

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I fattori del degrado

 

Il rapporto sostiene che «I fattori alla base del degrado del territorio sono gli stili di vita ad alto consumo nelle economie più sviluppate, combinati all’aumento del consumo nelle economie in via di sviluppo ed emergenti. Il consumo pro capite elevato e in aumento, amplificato dalla continua crescita della popolazione in molte parti del mondo, può portare a livelli insostenibili di espansione agricola, sfruttamento delle risorse naturali e estrazione mineraria e urbanizzazione, che in genere portano a un maggiore livello di degrado del territorio».

Aumentano le malattie infettive

Ma non è solo un problema di qualità della vita: il degrado del suolo porta con se problemi di inondazioni e anche il rischio della diffusione di malattie infettive come Ebola e il virus di Marburg.

Aumentano i conflitti e le popolazioni emigrano, infatti sempre stando a questo studio entro il 2050 da 50 a 700 milioni di persone potrebbero dover lasciare le loro terre, soprattutto il Sud dell’Iraq, l’Afghanistan, l’Africa Sub-Sahariana e l’Asia Meridionale.

Questo studio si basa su più di 3.000 fonti scientifiche e ha visto il lavoro congiunto di 100 esperti provenienti da 45 Paesi. A guidarli Robert Scholes insieme all’italiano Luca Montanarella. Lo studioso afferma che «Con impatti negativi sul benessere di almeno 3,2 miliardi di persone, il degrado delle terre emerse causato dalle attività umane sta spingendo il pianeta verso una sesta estinzione di massa delle specie. Evitare, ridurre e invertire questo problema e ripristinare terreni degradati, è una priorità urgente per proteggere la biodiversità e i servizi ecosistemici vitali per tutta la vita sulla Terra e per garantire il benessere umano».

Secondo gli autori dello studio «il degrado del suolo si manifesta in molti modi: abbandono della terra, popolazioni di specie selvatiche in declino, perdita di suolo e di salute del suolo, di pascoli e acqua dolce, così come con la deforestazione».