Trema il Sol Levante, il nucleare spaventa ancora

La terra del Sol Levante ha tremato. Un sisma di magnitudo 9 Richter (si pensi che nel 2009, il terremoto in Abruzzo era di magnitudo 5,9) ha lacerato la terra e provocato uno Tsunami con onde alte fino a 10 m. Le scosse di assestamento continuano dirigendosi verso sud-ovest. Il Terremoto è stato così forte da spostare l’asse di rotazione terrestre di 10 cm.

L’imprevedibilità di tali fenomeni li rende pericolosi e temuti. Il popolo Giapponese è però abituato a questi eventi e dimostra, nonostante la gravità della situazione, uno spirito ed una disciplina invidiabili. La tecnologia antisismica è la più avanzata al mondo. Non solo materiali più tolleranti alle forze generate in un sisma, ma anche ingegnosi stratagemmi, come “ammortizzatori per le case”, ed una costante e rigorosa educazione della cittadinanza, ha permesso al Giappone di convivere con questi fenomeni.

Attualmente però, il rischio più grande che corre la popolazione, è il disastro nucleare. La centrale nucleare di Fukushima è gravemente danneggiata. Un’esplosione ha coinvolto il reattore 1, e pare che il numero 3 stia per subire la medesima sorte.

Per comprendere meglio ciò che accade e che potrà accedere, è bene chiarire il principio di base su cui si basano le centrali nucleari (si riporta all’articolo L’illusione Nucleare di Brand).

In una centrale nucleare, l’energia prodotta dalla fissione viene usata per generare vapore che successivamente attiva una turbina. La fissione nucleare è una reazione a catena. Un atomo viene “rotto”, ed i frammenti derivati da tale fissione vanno a collidere con altri atomi, rompendoli di conseguenza e così via, liberando notevoli quantità di energia. Le bombe nucleari non sono nient’altro che reazioni di fissione incontrollate. Nelle centrali, questa reazione è regolata in modo che non raggiunga valori soglia di energia liberata. Per tenere sotto controllo la reazione ci si preoccupa di raffreddare il sistema (diminuendo energia cinetica) e di assorbire le particelle di fissione (i famosi frammenti). A tale fine vengono adoperate le Barre di Controllo, ossia delle barre di leghe particolari (argento, cadmio, indio) che hanno la caratteristica di assorbire queste “schegge” subatomiche, rallentando o arrestando la reazione.

A Fukoshima, anche se i reattori sono stati “spenti” (le barre di controllo sono state completamente inserite nel nocciolo), la reazione continua ad andare avanti, a causa del surriscaldamento dovuto al danneggiamento dell’impianto di raffreddamento. Purtroppo anche i sistemi di raffreddamento d’emergenza sono stati danneggiati (dallo Tsunami), impedendo quindi di raffreddare il sistema da subito.

Con temperature così elevate, nel reattore 1 si sarebbe formato vapore ad alta pressione (a causa del ristagno dell’acqua non più circolante) il quale è stato pompato per sicurezza all’esterno del nocciolo fino alla struttura di contenimento esterna, dove però è esploso. La deflagrazione pare non abbia fatto gravi danni al nucleo del reattore (secondo le fonti ufficiali), anche se, la presenza di Cesio, rilevato nell’area circostante, suggerirebbe che le barre di combustibile stanno fondendo e sono esposte all’aria e che quindi la struttura di contenimento interna sia rimasta gravemente danneggiata, poiché tale elemento sarebbe un prodotto della reazione, quindi non potrebbe fuoriuscire in condizioni normali.

La paura più grande è la fusione del nocciolo. Le barre di combustibile surriscaldate, fondono fino a raggiungere le pareti di contenimento, che, si spera, possano resistere e contenere il materiale radioattivo (senza dispersione nell’ambiente, come accadde a Three Mile Island, 1979).

Per quanto gli incidenti siano relativamente pochi rispetto ad altri tipi di centrali, possono però essere devastanti e con gravi conseguenze a lungo termine. È quindi importante riflettere quanto effettivamente possa convenire all’uomo il circondarsi di potenziali bombe letali per se e per l’ambiente. Tralasciando tutti i dubbi irrisolti, riguardo lo smaltimento delle scorie e sul risparmio economico, le centrali nucleari potrebbero farci pagare a caro prezzo la nostra sete di energia.