Politica: voti alle “agende verdi” prima del voto

Ci siamo spesso interrogati in redazione sulle proposte in fatto di ambiente dei candidati, movimenti e coalizioni di tutto l’arco politico.

Domenica e lunedì (24 e 25 febbraio) andremo a votare con la legge elettorale, definita da uno dei più autorevoli politologi italiani – Giovanni Sartori – “porcellum“, nel bel mezzo di una enorme crisi economica e all’indomani di un governo tecnico che è stato eletto per fare tagli e ridimensionamenti. Una campagna elettorale che è stata dura, accesa e lunghissima con i social media (Facebook, Twitter) che sono entrati ufficialmente nel coro dei mezzi di comunicazione e propaganda elettorale, uscendo così dalla sfera del privato.

Abbiamo alle spalle il crollo delle grandi ideologie, decine di scandali che hanno visto la politica invischiata nei peggiori affari, nuovi attori politici sulla scena che ambiscono a diventare il “nuovo” il “diverso“. Chi sale e chi scende in politica ma tutti sono e siamo parte attiva del processo di rappresentanza politica.

In questo quadro ogni singolo voto acquista più peso. Ed è bene considerarlo quando saremo nella cabina elettorale. Noi che siamo un sito di informazione sull’ecologia e l’ambiente abbiamo provato a capire quanto contassero questi temi per i singoli  candidati.

votare-alle-urne

Veniamo ai programmi.

PD, www.partitodemocratico.it

Un programma snello che si articola elencando queste parole-chiave: democrazia, lavoro, uguaglianza, libertà, sapere, sviluppo sostenibile, diritti, beni comuni e responsabilità. Alla voce democrazia troviamo il primo accenno ai reati ambientali, in beni comuni se ne parla più diffusamente:

Per noi salute, istruzione, sicurezza, ambiente, sono campi dove, in via di principio, non deve esserci il povero né il ricco. Perché sono beni indisponibili alla pura logica del mercato e dei profitti. Sono beni comuni  di tutti e di ciascuno e definiscono il grado di civiltà e democrazia del Paese“.

La voce sviluppo sostenibile inizia con un accenno al “saper fare italiano“, prosegue con la “crisi del sistema produttivo” e termina con un brevissimo accenno alla mobilità sostenibile, al risparmio energetico e ci butta in mezzo anche l‘agenda digitale.

La sensazione, a leggere il programma, è che non ci sia un’idea precisa e definita. Che siano stati messi insieme frammenti di idee poco chiare giusto per accennare a un tema importante e che progressivamente prende piede per l’opinione pubblica. Male. Voto 4.

PDL, www.pdl.it

Il punto 14 è proprio Ambiente, green economy e qualità della vita. Dentro c’è il riassetto idrogeologico e la raccolta differenziata, i parchi e la green economy, l’uscita degli animali da compagnia dal redditometro, la lotta al randagismo, le smart cities e il legame fra ecologia e turismo. Tutti elementi notevoli anche se ne mancano di decisivi. Il reato ambientale, il risparmio energetico, la descrescita. E non si riesce a capire come mai visto che gli ultimi mandati (fra i governi più lunghi della storia della Repubblica) sono stati targati proprio PDL non ci sia stato alcun miglioramento nel senso ambientale. Sulla carta però i temi ci sono quindi il voto è 5.

Movimento 5 stelle, www.beppegrillo.it 

Nell’indice del programma ci sono: Stato e cittadini, Energia, Informazione, Economia, Trasporti, Salute, Istruzione. Il capitolo energia che possiamo considerare nella macrocategoria ambiente di cui ci stiamo interessando è incentrato sul risparmio energetico e si spinge fino alla produzione di biogas. Nel capitolo “Salute” troviamo un altro accenno all’ambiente: “Introdurre, sulla base delle raccomandazioni dell’OMS, a livello di Governo centrale e regionale, la valutazione dell’impatto sanitario delle politiche pubbliche, in particolare per i settori dei
trasporti, dell’urbanistica, dell’ambiente, del lavoro e dell’educazione“. Qualche idea concreta c’è, il voto è 6.

Monti per l’Italia. www.scelta civica.it

Qui troviamo una serie di “agende” fra queste una “agenda ambiente“, il sottotitolo è Un investimento verso il futuro per vivere meglio il presente. Sono sei i punti principali:  1) “Decarbonizzazione” dell’economia italiana e riduzione delle emissioni di CO2 per disincentivare l’uso dei combustibili più inquinanti 2) Istituzione della lista delle tecnologie, dei sistemi e dei prodotti che contribuiscono alla riduzione dell’intensità di carbonio dell’economia nei diversi settori con la “misurazione dell’impronta di carbonio” (carbon foot printing) di processi e prodotti 3) Incrementare i sistemi di generazione distribuita ad alta efficienza di elettricità-calore-freddo nelle aree urbane 4) Piano nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici e la messa in sicurezza del territorio 5) Semplificazione e trasparenza per le autorizzazioni ambientali che non proteggono l’ambiente:  bonifiche, riqualificazioni ambientali 6) Fiscalità ambientale, come previsto dal disegno di legge “delega fiscale” per spostare progressivamente la tassazione dal lavoro all’impiego delle risorse naturali (acqua e suolo) e di quelle energetiche (carbon tax) è un volano efficace per trasformare l’economia in una direzione più efficiente e competitiva, come ripetutamente sottolineato dall’Unione Europea e da OCSE, ed è una misura chiave per la crescita sostenibile dell’Italia.

Questo è un programma più attento e strutturato molto in chiave economica. Voto 7.

Ingroia. Rivoluzione civile

Al punto 6 del programma troviamo “L’Ambiente è il futuro“. E con grande sorpresa troviamo anche parole come “sostenibilità“, “impronta ecologica” con il richiamo allo scorso referendum su acqua e nucleare.  Si parla di economia ma nel senso di “conversione ecologica del sistema industriale italiano” come sfida alla modernità. Nel programma trova spazio una riflessione:

“Il Ministero dell’ambiente negli ultimi 4 anni ha subito un taglio dei finanziamenti pari al 75%. È stato il più colpito dalle politiche di rigore. Occorre rifinanziare il suo bilancio per consentire di promuovere la riconversione ecologica dell’Italia e investire sulla tutela del nostro patrimonio naturale. Lo stesso deve avvenire per il Ministero dei beni culturali e ambientali che ha subito durante lo stesso periodo una decurtazione degli stanziamenti di circa il 66%”.

Troviamo anche una chiara presa di posizione: “Introdurre i reati contro l’ambiente  e l’autoriciclaggio“. Che apprezziamo molto, infatti Ingroia sul piano della parte del programma elettorale dedicato ai temi dell’ambiente prende il nostro voto più alto: 8. 

Tirando le somme possiamo dire che i nuovi movimenti/liste/partiti hanno maggiore attenzione alle tematiche legate all’ambiente rispetto a chi nel gioco politico è presente da molto.

Oltre Oceano Obama al suo secondo mandato ha messo come priorità: cybersicurezza, ambiente, ricerca e scuola (Wired).

Ha lanciato un secco allarme rispetto al riscaldamento globale, specificando che è il momento di fare di più per contrastare i cambiamenti climatici prima che sia troppo tardi.

In casa nostra 14 fra associazioni e aziende (fra queste Libera, Eataly, Alce Nero, Fai, Greenpeace) hanno chiesto alla politica di “dire qualcosa di ambientalista” con un eco-telegramma (WWF) denunciando così un vuoto di idee (almeno espresse come priorità) e di programmi in materia ambientale.

132453305-dbb7dbfe-3067-4be1-beb7-b5b559f8df96

L’analisi di Construction21.eu è interessante, fra le parole-chiave dei 4 principali partiti che concorrono alla guida del Paese, nessuno di loro ha come parola-chiave ambiente. Nel programma del Movimento Cinque Stelle c’è energia, che può essere in qualche modo affine ai temi dell’ecologia.

tabella_parole_ricorrenti-795x1024

Per questo i giornalisti ambientali hanno cercato di spronare i candidati (Pasteris.it) a esprimersi sui temi ambientali. L’hastag è #greenbombing e i destinatari sono:

.@AntonioIngroia
.@pbersani
.@OGiannino
.@beppe_grillo
.@senatoremonti
.@VillaCertosa (Berlusconi)
.@berlusconi2013

 

Comunque la pensiate l’importante sarà scegliere e votare.