98% Human: le scimmie che colpiscono al cuore con Peta

Lei non ce la fa più, stanca di essere maltrattata e stufa di soffrire perché separata dalla madre alla nascita, decide di farla finita. Non è l’attacco di un articolo di cronaca nera, uno dei tanti che riempiono le pagine dei giornali in questi giorni, ma è il concept della nuova campagna PETA.

98% Human è il nuovo video che colpisce dritto al cuore,  firmato dall’organizzazione animalista per dire basta all’utilizzo delle scimmie all’interno dei film e delle trasmissioni televisive. La sequenza video è molto forte e la scimmia è stata riprodotta con l’utilizzo delle tecnologie più moderne. L’animale è sofferente, ma molto reale per sottolineare la somiglianza con un essere umano, sia dal punto di vista genetico che comportamentale. Il DNA di una scimmia, infatti, è simile per il 98% con quello umano.

Questa affinità lega il primate all’uomo anche per le sofferenze e i maltrattamenti che è costretto a sopportare quando viene usato per riprese cinematografiche e televisive. Molto spesso le scimmie vengono strappate dal loro habitat naturale e dopo una breve carriera nello spettacolo, vengono relegate in qualche zoo oppure finisco nei laboratori votati alla vivisezione.

un frame del film Tarzan
un frame del film Tarzan

La campagna è stata realizzata per conto di Peta dall’agenzia BBDO di New York e la voce narrante del video appartiene all’attore Adrien Brody, che è solo l’ultima star hollywoodiana in ordine di tempo a prestare la propria popolarità a favore di una campagna Peta.

La tecnologia utilizzata per far uscire a video un primate dalle sembianze molto reali è frutto del lavoro della casa di post-produzione The Mill di New York. Il corto pubblicitario è stato iscritto al Festival pubblicitario Cannes lions, che dal 16 al 22 giugno premierà le migliore campagne pubblicitarie.

Alessandro Fuscella, Associate Creative Director di BBDO ha dichiarato:

L’idea dello spot è nata pensando alla vita di questi animali. Il titolo dello spot, 98% Human, fa leva proprio su quello. Pensare che questi animali, così simili a noi, possano essere maltrattati e sfruttati per anni per poi finire confinati in gabbie troppo piccole è qualcosa che fa venire i brividi. L’idea era quella di scioccare il pubblico portandolo a rispondere alla domanda Faresti questa vita?. Inoltre, abbiamo dimostrato che non c’è bisogno di utilizzare animali veri: le nuove tecnologie permettono di ricreare un modello CGI estremamente fedele alla realtà. Nel 2011 PETA ha chiesto ad alcuni dei network pubblicitari più importanti di firmare una Pledge (Patto) contro l’uso delle scimmie in pubblicità. Anche se sul set questi animali vengono trattati con il massimo riguardo e nonostante siano sempre presenti i rappresentanti di associazioni che salvaguardano i diritti degli animali, lontano da occhi indiscreti vengono picchiati e maltrattati per essere addestrati.

Visto che le agenzie pubblicitarie devono essere le prime ad assumersi l’impegno, evitando nei loro spot le scimmie, la Peta ha stretto un accordo con le maggiori agenzie creative che hanno adottato la “CorrezionePeta”. Sui computer dei creativi è stato installato un correttore automatico, come quello utilizzato da Word, per cui ogni volta che vengono digitate le parole “scimmia”, “scimpanzè” e “Gorilla”, queste vengono corrette automaticamente inNON IDEARE SPOT CON SCIMMIE”. Da qui il creativo può accedere a un sito dove è possibile saperne di più sugli abusi subiti da questi animali.