Consigli di viaggio: visitiamo l’Ecomuseo della canapa grazie a Glenda Giampaoli

Per lo speciale canapa di Econote non si poteva non parlare di una realtà che sta prendendo piede nel nostro Paese: i musei e gli Ecomusei della canapa, potrebbero essere una tappa inaspettata nel vostro itinerario di vacanza!

Per capire meglio che cosa sono e come sono fatti abbiamo intervistato Glenda Giampaoli, Direttrice dell’Ecomuseo della Canapa di Sant’Anatolia di Narco in Umbria.

Da cosa nasce l’idea di creare un ecomuseo della canapa?

L’idea di creare un Museo della Canapa nasce all’interno di un progetto più ampio di Ecomuseo come quello della Dorsale Appenninica Umbra, di cui il Museo costituisce una delle antenne. Il Museo nasce con la volontà di valorizzare e patrimonializzare un antico mestiere che stava scomparendo, come quello del canapaio, e di ripristinare quella che era una delle coltivazioni più importanti in zona, come appunto, la canapa. La presenza a Sant’Anatolia di Narco di canapai e la volontà di coniugare insieme la conservazione della memoria storica con la riattualizzazione di un sapere ha fatto si che venisse realizzato il Museo .

Museo della Canapa_0090 Resized

C’è la volontà di creare una rete tra ecomusei su questo argomento? Se sì con quali altri?

Il Museo sta portando avanti la strutturazione di una rete di Musei ed ecomusei, sia italiani che europei, che sono dedicati alla canapa. In particolare sta nascendo una rete, insieme ad Assocanapa, che raccoglie tutti i principali musei italiani che sono espressamente dedicati alla canapa o che presentano all’interno delle loro esposizioni delle sezioni tematiche che riguardano tale argomento. Oltre al Museo della canapa di Pisoniano e all’Ecomuseo dei cordai di Carmagnola saranno inseriti il Museo degli Usi e Costumi della Gente di Romagna a Sant’Arcangelo, il Museo della civiltà contadina di San Marino di Bentivoglio. Per quanto riguarda i musei europei sono stati attivati i contatti con il Museo della canapa di Berlino, Barcellona e Amsterdam nonché con la Maison des Arts Textiles et du Design di Flavigny sur Ozerain

 Il vostro ecomuseo è interattivo? Ha zone adatte a ogni età?

Il Museo, dislocato su due piani ed articolato in 3 sezionimuseo principali, ospita una ricca documentazione relativa all’intero ciclo di lavorazione e trasformazione della canapa: dalle fasi di coltivazione, macerazione ed essiccazione, fino a quelle della gramolatura e cardatura, nonché collezioni tessili dal XVIII al XX secolo. Nella prima, dedicata alla lavorazione della canapa ed alla tessitura, gli oggetti esposti e le “voci della comunità” i pannelli esplicativi, illustrano tutte le fasi della lavorazione della canapa, dalla semina, alla coltivazione, alla raccolta, alla trasformazione in fibra e interagiscono con i visitatori per farli diventare una parte integrante della realtà rappresentata. Nella seconda sezione, dedicata alla collezione tessile, si possono osservare gli oggetti finiti, cioè i tessuti collocabili in un ambito domestico e quotidiano come coperte, teli per il pane, fasce per neonati, corredi dotali, e parte della collezione tessile “Lamberto Gentili”. 

L’ultima sezione, infine, è dedicata alla parte laboratoriale per far sì che il Museo, da luogo di mera conservazione del patrimonio divenga uno strumento didattico, un “laboratorio di studio”, una scuola per i residenti, per i turisti e per chi è interessato ad apprendere questo mestiere e un’attrazione turistica che favorisca scambi culturali e crescita economica. 

Da come si può vedere il Museo della Canapa, da piccola realtà museale inserita all’interno di un’area ecomuseale, sta diventando una fucina di idee e fonte di nuove realtà imprenditoriali che gravitano intorno all’argomento canapa.


Buon viaggio all’ecomuseo della canapa!