Libri: Smart city di Giuliano Dall’O’ | Recensione

Una delle etichette più abusate degli ultimi anni è “Smart city” e come accade in questi casi tanti ne parlano ma nessuno ha capito effettivamente di cosa si parliamo quando ci occupiamo di smart city.

Giuliano Dall’O‘ nella collana de il Mulino – Farsi un’idea – cerca di mettere un po’ in chiaro i confini del concetto smart city in questo piccolo e agevole libro dal sottotitolo “La rivoluzione intelligente delle città“. Ecco i primi due punti sono: città e intelligenza.

Essere una smart city è frutto di un percorso che comprende vari aspetti da quello tecnologico a quello sociale. Per questo il primo capitolo è “Verso la città intelligente” e segnala le “Green town” come i quartieri di Vauban a Friburgo e Kronsberg ad Hannover, entrambi in Germania, hanno caratteristiche energetiche e ambientali che le collocano in cima alla lista. Nel mezzo ci sono le “Transition town” che si stanno attrezzando con tecnologia, governance, modello socio economico.

Trovo molto interessante su questo un nodo: “Se il consumo è l’indicatore dello sviluppo, come può una sua diminuzione garantire ugualmente lo sviluppo?” a pagina 24. Cioè la questione del PIL, che non è più un indicatore di benessere delle società a cui corrisponde.

Le transition partono dal presupposto che il petrolio si esaurirà e quindi è utile approfittare di questo tempo per organizzare una società senza petrolio. Nel 2012 erano 400 le transition town fra Regno Unito, Irlanda, Australia, Nuova Zelanda e Italia. Comunità che vanno da piccoli villaggi a città (con le difficoltà del caso).

La risposta alla fine del petrolio e alla scelta di una società altra può essere individuato nel Movimento della decrescita felice, trattato anche in “Fermi tutti! (o almeno rallentate)”. 

Roberto Pagani, propone 4 categorie per le città: dannose, pirata, pioniera e smart.

Le città “dannose” sono quelle che coniugano lo svantaggio individuale al danno per la collettività (ne conosciamo troppe purtroppo): inquinamento, traffico congestionato, una città energivora con pochi servizi e scarsa socialità.

Le città “pirata” realizzano un vantaggio esclusivamente individuale con danno per la collettività.

La città “pioniera” è ad esempio Friburgo, dove la mobilità e vincolata alla sostenibilità.

La città smart è l’ultimo stadio. Coniuga un un vantaggio individuale al benessere della collettività.

Anche il concetto di smart city va spacchettato: competitività, capitale umano e sociale, trasporto e ICT, partecipazione, risorse naturali, qualità della vita.

E questi stessi concetti contengono dalla mobilità sostenibile con piste ciclabili, bikesharing, carpooling, etc alla gestione dei rifiuti, la salute, la sicurezza del territorio, la socializzazione e la cultura, l’istruzione. Grande spazio nelle smart city ha internet, la presenza di Wifi e di servizi al cittadino fruibili on line (e-gov).

smart city giuliano dall'ò

Quali sono gli indicatori di una smart city?

– intensità brevettuale

– tasso di occupazione

– tasso di aziende giovanili e/o femminili

– librerie

– spettacoli

– densità del verde urbano

– carta riciclata negli uffici comunali

– raccolta differenziata

– indice di trasparenza del sito web del comune

– spese per la cultura e i beni culturali

– laureati

– tasso di emigrazione ospedaliera

– lettori di quotidiani

E molti altri, ora capite quanta strada c’è da fare in molte delle nostre città?

Infine alcune smart cities: Barcellona con la sua economia basata sulla conoscenza, Manchester in bilico fra tradizioni culturali e industriali, Salonicco e i suoi poli di innovazione, Lisbona orientata alla qualità della vita. In Italia qual è la situazione smart city? Vanno verso un percorso virtuoso: Genova, Torino, Milano, Bari.

Per accelerare questo processo e rendere numeroso il gruppo di smart cities italiane bisognerà “modificare e aggiornare gli strumenti legislativi e normativi” [pp 125 ]. Perciò se volessimo trovare una definizione di smart city:

L’intelligenza della smart city sta nel proporre modelli sociali nuovi e inclusivi grazie ai quali il cittadino si rapporterà meglio con gli altri cittadini ma anche con le istituzioni, con la società e con l’ambiente.  

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