Forum PoliEco 2016: Economia Circolare per la tutela dell’ecosistema

PoliEco 2016 ci consegna molti spunti interessanti. A Ischia, presso l’Hotel Regina Isabella a Lacco Ameno si è svolto l‘VIII Forum PoliEco sull’economia circolare, due giorni per confrontarsi e condividere informazioni e dati con il focus sulla necessità di cambiare rotta.

31 relatori, 5 sessioni di lavori, 13 ore di discussione, 80 partecipanti ogni sessione e 40mila utenti collegati via web, 2 progetti presentati. Sono alcuni dei numeri della due giornidel Forum Internazionale sull’Economia dei rifiuti, promosso dal consorzio PolieCo al quale abbiamo partecipato.

L’Italia ha troppe discariche mal gestite o non gestite assolutamente ed è assurdo che le famiglie italiane paghino in media 1.200 euro per la raccolta differenziata, un servizio che non dovrebbe essere pagato, ma del quale dovrebbero avvalersi“. Così Helmut Maurer Commissione europea Ambiente.
Da parte sua, invece, il magistrato della Dda di Napoli Catello Maresca ha acceso i riflettori sull’impresa criminale nella gestione dei rifiuti: “Oggi l’impresa mafiosa utilizza una violenza diversa data dal potere contrattuale fornito dalla liquidità economica e dalla capacità operativa in netta violazione delle regole e agli adempimenti burocratici”.

Dal Forum 2016 PoliEco (qui l’edizione 2015)escono chiari anche i punti su cui agire per la salvaguardia del mare, a partire dal nostro Mediterraneo, ricerche sulle microplastiche nei mari e nelle specie che lo abitano che arrivano – su questo si sta indagando – fino a noi come delle micro bombe, aziende virtuose che si scontrano con normative e burocrazia che vanno aiutate a progredire.

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Plastica in mare – PoliEco

“Come far dialogare uno dei primi telefoni cellulare con un fiammante i-Phone 7”, chiude così Gian Claudio Faussone che racconta Sintol, da rifiuti a carburante, una start up che attraverso la pirolisi catartica dalle materie prime seconde ottiene carburante. Un esempio concreto di economia circolare, che va nella direzione giusta della salvaguardia delle risorse e riutilizzo dei sottoprodotti dai rifiuti raccolti in mare alla plastica contenuta nelle discariche. Questo con il limite normativo fermo al 1998.
Cristina Fossi, dell’Università di Siena, svolge attività di ricerca sui rifiuti in mare: Marine litter. I nostri mari e i nostri oceani sono pieni di plastica. Le micro plastiche sono delle piccole bombe che hanno un forte impatto sul mare e sulle forme di vita che lo popolano. Esemplare spia è la tartaruga caretta caretta. “Plastic have no border”, la plastica non ha confini, l’ecosistema è uno e bisogna lavorare in sinergia. Lo avevamo visto anche insieme alla Goletta Tara che con un viaggio lungo 7 mesi ci aveva allertati sulla presenza di 250miliardi di microframmenti di plastica con il pericolo per la biodiversità.

Decontaminazione e rimozione delle micro plastiche, questo il lavoro di ricerca del CNR, a raccontarlo Vito Felice Uricchio, le micro plastiche vengono rilasciate anche dai lavaggi di particolari tessuti in lavatrice o asciugatrice. Per questo lo studio si sta indirizzando verso tipi di materiali quanto più possibile biodegradabili.

Rosario Trefiletti, Federconsumatori. Ribaltiamo il concetto di rifiuto, perdiamo vista il concetto di consumatore. L’economia circolare è tutto. Tutto si trasforma, bisogna mettere in campo strumenti e normative. Premiamo le imprese che riutilizzano gli scarti.

Modello vincente la responsabilità estesa del produttore, Mara Chilosi di Assorecuperi. I cittadini non possono pagare la tassa di recupero e smaltimento ma anche il fine vita di quello che acquistano, questa cosa va riformata.

Annamaria Schino, dell’azienda GIS che recupera vari tipi di materiali, ha sviluppato un circuito di economia circolare. Molte delle materie prime seconde prodotte devono essere vendute all’estero perché in Italia ci sono notevoli difficoltà.

Nel video le conclusioni del tossicologo oncologo dell’Ospedale Pascale di Napoli Antonio Marfella.