A poche ore di distanza dalla piacevole ed utilissima chiacchierata con il dottor Marfella ai microfoni di Radio F2, noi di note Ecologiche ricorderemo sicuramente questa parola, ripetuta più volte dal nostro ospite: “Omeostasi”. Il termine, ricorrente nel linguaggio scientifico, sta a significare stabilità, una stabilità che in Campania ormai non conosciamo più da tanti anni, soprattutto se l’argomento in questione è l’ ambiente.
«Siamo fuori equilibrio, fuori sistema», insiste Marfella, e purtroppo di fronte alle migliaia di tonnellate di rifiuti che ci circondano, tutte le soluzioni ci sembreranno adeguate, anche quelle che invece in una situazione di stabilità non avremmo mai preso in considerazione. Ecco quindi arrivare ad uno dei temi “caldi” dell’intervista: la questione inceneritore. L’opzione rifiuti zero, per quanto possa essere la migliore, risulta però perseguibile solo su un piano teorico perché, come in una corsa il traguardo si raggiunge solo dopo aver saltato tanti ostacoli, allo stesso modo nel caso emergenza rifiuti esistono dei tempi, ma soprattutto degli “step”, piccoli inceneritori inclusi. E’ chiaro che, in questo percorso difficile, non possiamo dimenticare l’importanza del compostaggio e dei suoi vantaggi: decomponendo le sostanze organiche in condizioni controllate, si evitano malattie infettive e si elimina il 40% dei rifiuti solidi urbani.
Dopo l’incontro con Del Giudice, anche questa volta abbiamo conferma che il problema è a monte, ed è di tipo comunicativo: bisogna insistere sulla comprensione. Solo in questo modo, ripete l’ospite, tante domande, tanti dubbi verrebbero risolti, primo tra tutti quello che negli ultimi tempi ci ossessiona: l’inquinamento da diossina. Dovremmo infatti sapere che il problema non è contingente, ma cronico, conseguenza di una lentissima degradazione, di un accumulo di anni e anni.
E così, dopo un’ora di interventi stimolanti, alternati a note e parole non prive di riflessioni profonde, si chiude il nostro appuntamento pomeridiano di approfondimento, ben contenti di ricevere tutto l’augurio del dottor Marfella: continuare a credere in quello che facciamo e poterlo fare nella nostra terra.
F.A.
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