Due giovani apicoltori ci raccontano di api, miele e bomboniere

Anny e Carmine sono due giovani apicoltori del Cilento e la loro azienda si chiama 50grammi Apicoltura Tammaro. D’estate quando tutti vanno a fare l’aperitivo in spiaggia loro lavorano con amore insieme alle loro fondamentali e piccole amiche: le api. Ci hanno raccontato quanto questi insetti gli abbiano insegnato anche nell’organizzazione del lavoro, quanto sono importanti per la sopravvivenza del Pianeta, come riconoscere un’ape da una vespa, e come comportarsi quando ci si avvicina uno dei due insetti. Gli ho chiesto di questa scelta imprenditoriale ma di natura al tempo stesso, loro sono felici e – sembra scontato – dolcissimi.

Qual è la differenza fra un’ape e una vespa e come riconoscerle.

“Questa non è un’ape è una vespa” quante volte l’abbiamo detto ed ogni volta è l’inizio di un racconto meraviglioso di cui, onorati possiamo esser testimoni. In questa occasione come in tutte quelle in cui si ha poco tempo prima che il nostro amico volante scappi via ci soffermiamo su tre caratteristiche, due immediate, una di carattere deduttivo.
La prima caratteristica a cui facciamo riferimento è senza dubbio il colore, sin dal primo colpo d’occhio si può riconoscere nelle vespe un giallo acceso, acido, freddo; quello delle api è di un giallo più caldo, ocra, poco nitido. La seconda un pizzico in meno immediata consta nella peluria, assente nelle prime e presente nelle seconde che si aiutano di questa per raccogliere il polline. La terza che definisce carattere e comportamento dei due insetti, è data dal fatto che le vespe sono carnivore e le api sono erbivore. Le prime, le vespe, sono attratte da odori forti, sono spesso alla ricerca di sostanze proteiche ed è per questa ragione che si avvicinano proprio nel momento in cui stiamo gustando il nostro pranzo. Le seconde, le api, sono erbivore e molto spesso, non si avvicinano a noi ma a delle fonti nettarifere, ricche d’acqua, probabilmente siamo noi a trovarci sul loro percorso.

Foto da Apicoltura Tammaro

Come comportarsi in presenza di di un’ape o di una vespa.

Il comportamento da assumere in loro presenza è il medesimo, mantenere la calma senza agitarsi dal momento che alla loro vista diventeremmo una serie di scatti frenetici di cui aver timore e d’istinto attaccare. Dobbiamo ricordarci del fatto che noi siamo grandi e grossi, loro piccolissime, difendersi è l’unica cosa che possono fare. Allontanarsi dunque, ma lentamente, l’anidride carbonica rilasciata dalla tensione è il principale segnale che le api rilevano per individuarci come un possibile attacco. La loro è una visita di passaggio, accogliamole senza far nulla, assolutamente nulla e su questo vogliamo esser più precisi. L’ultima stagione estiva, caratterizzata da caldo torrido e scarsi rovesci ha amplificato un problema esistente, quello della loro estinzione, divulgando come possibili soluzioni pratiche scorrette e dannose per le intere colonie.

Come già detto le api e le vespe, così come gli altri insetti hanno come di consueto l’abitudine di volare per procacciarsi fonti di sostentamento, ci sorprenderemmo sicuramente del flusso di informazioni dietro tutto questo. Un’ape infatti comunica all’intera squadra di bottinatrici la precisa posizione e la restante quantità della fonte di alimentazione, immaginiamo cosa potrebbe provocare un cucchiaio di acqua e zucchero lasciato sul nostro balcone.

[ATTENZIONE] È stata questa la battaglia che ci ha visto impegnati per l’intera stagione estiva, diffondere a gran voce la pericolosità di questa pratica che ha oltretutto visto moltiplicare il numero di telefonate d’urgenza per il recupero sciami in centri abitati, palazzi e balconi. Chi non ha potuto avvalersi della rimozione ha fatto da se con insetticida e fumo… questo è il risultato di mode, tendenze e tanta, troppa disinformazione.

Foto Apicoltura Tammaro

Perché le api sono importanti per l’intero Pianeta.

Non basterebbero parole per definire l’importanza della loro presenza, che è la medesima per tutti gli insetti impollinatori, come per il lombrichi (pensate anche loro!) sulla terra. Il principio è la correlazione che hanno con tutto quel che mangiamo, considerate che una fragola è tanto più grande quanto il numero di visite fatte da un’ape, che alcune piante per riprodursi hanno esclusivamente bisogno di questi insetti e che di queste piante hanno bisogno altri animali che concimano la terra e sfamano gran parte dell’umanità.

La loro estinzione significherebbe necessariamente la loro sostituzione, pena la morte dell’intero ecosistema.

Foto Apicoltura Tammaro

Cosa hai scoperto delle api con questo lavoro?

Dalle api abbiamo scoperto tutto quanto detto sino a qui, quello che abbiamo appreso e fatto nostro è il “principio della piramide rovesciata”.
Nella società delle api esiste la vera forma della democrazia in cui il vertice, l’ape Regina, risiede nel punto più basso. In alto infatti possiamo riconoscere l’intera squadra di api divise per ruolo secondo la loro età, ceraiole, spazzine, nutrici, esploratrici, bottinatrici che comunicano attraverso danze e trofallassi, tra loro, con i maschi di casa i “fuchi” e ape regina.

Il macro-sistema alveare è un’organismo perfetto in cui crescita e decrescita, fasi di riposo e operatività, zone di immagazzinamento scorte e celle per la nuova covata, sono il risultato di una decisione comune condivisa solo in un secondo momento con l’ape regina, elemento ultimo solo in scala, importante per la riproduzione, grande quanto l’intera piramide. Questo abbiamo appreso dalle api, e che con non poche difficoltà proviamo a mettere in pratica tutti i giorni.

Come si riconosce un buon miele?

Per riconoscere un buon miele bisogna mangiarne tanto, di diverse aziende, di flore e territori differenti allenare naso e palato. Il primo consiglio è acquistare da apicoltori di fiducia che dalla loro avranno sicuramente selezionato i territori di produzione per salubrità e varietà, studiato e analizzato il periodo di raccolta, eseguito i processi di estrazione secondo principi etici e sanitari a norma utilizzando materiali idonei, e consultare la guida “gocce d’oro – grandi mieli d’Italia” aggiornata di anno in anno e lasciar perdere metodi di verifica casalinghi.

Le uniche analisi vengono fatte da esperti in laboratori specifici, in cui si ricercano determinate caratteristiche che qualificano un “buon miele”. Il secondo consiglio è imparare a leggere l’etichetta, se vogliamo un miele millefiori del nostro territorio lasciamo sullo scaffale le miscele di paesi e territori diversi e prediligiamo quelli con etichetta “miele italiano” o “miele del Cilento” in cui sono ben distinguibili i termini di tracciabilità: provenienza, numero di lotto e azienda produttrice.

Foto Apicoltura Tammaro

Che proprietà ha il miele?

Il miele è un alimento glucidico ad elevato potere energetico, composto da glucosio, fruttosio, acidi organici, sali minerali, enzimi, aromi unici di stagione in stagione, diversi a seconda del territorio che ne fanno un alimento pregiato e particolare. Essendo composto da zuccheri semplici presenta una facile digeribilità e viene preferito agli zuccheri raffinati per il suo peculiare sapore e la sua genuina produzione. É un vero e proprio ingrediente di pregio in gastronomia, recentemente partner della cosmesi, negli impacchi fai da te; non un sostituto alla medicina ma un’alleato della salute.

Foto Apicoltura Tammaro

Quanto ne dovremmo consumare?

Come già detto il miele offre un immediato apporto energetico, senza richiedere un processo digestivo e quindi senza appesantire lo stomaco. Il suo potere dolcificante è elevato, superiore a quello dello zucchero da cucina, a livello dietetico permette di realizzare un piccolo risparmio calorico, ma quanto al consumo va considerato il numero totale di zuccheri di cui abbiamo effettivamente bisogno durante il giorno, per star bene senza eccedere.

Il miele ha stagionalità?

Il miele ha stagionalità sì, esistono mieli autunnali, primaverili ed estivi, tutti hanno l’obbligo normativo europeo di esser consumati entro 24 mesi da quello di raccolta. Questo perché come già detto nel miele oltre a zuccheri semplici (fruttosio e glucosio) ed altri enzimi che tendono al deterioramento con il passare dei mesi, ci sono anche quelle che definiamo sostanze “volatili” profumi di fiori che le api raccolgono con il loro corpo e che ci ritroviamo all’interno dei barattoli. Sono sostanze caratterizzanti che per natura volano via ad ogni apertura.

Tenere il vasetto di miele in un luogo fresco e asciutto, lontano da fonti di calore, assolutamente non in frigo e chiudere ogni volta dopo l’apertura sono suggerimenti dettati al fine di mantenere integre più a lungo proprietà e caratteristiche naturalmente degradabili.

Un piccolo cenno alla cristallizzazione del miele, quando un miele tende a solidificarsi partendo dal basso verso l’alto non credete sia segnale di cattiva conservazione. La cristallizzazione è un fenomeno naturale che ne identifica l’integrità, l’assenza di manipolazione e le caratteristiche proprie di quel raccolto. Se preferite un miele liquido potere riscaldarlo tenendolo tra le mani o a bagnomaria purché la temperatura sia tiepida, pena la perdita delle sue proprietà. Se apprezzate una composizione spalmabile e cremosa potete invece divertirvi e girare con un cucchiaino l’intero composto. Spezzando i cristalli dovreste ottenere una composizione omogenea e cremosa.

Quanto costa minimo un vasetto di miele (se è meno non può essere buono)?

Stabilire il prezzo del miele equivale a camminare su di un pavimento intriso per l’appunto di miele! Vanno considerati molti aspetti, l’anno storico di produzione per esempio. Si tratta di un prodotto naturale fortemente soggetto alle condizioni climatiche per tanto valgono le stesse regole di domanda e offerta di un qualsiasi mercato. Diciamo pure che un miele italiano monoflora non dovrebbe costare meno di 10,00€ al Kg. e che tanto più sono particolari e difficili i raccolti tanto più dovrebbe aumentare il valore e dunque il prezzo. Dietro ad un miele ci sono apicoltori, “know how” del settore, attenti osservatori del territorio, gastronomi dei fiori.

Ci vuole tanta esperienza per produrre miele chi lo sa ne tiene conto e determina il suo prezzo sul mercato. Come per il vino, per l’olio, ed altri alimenti ci sono pratiche di marketing a cui rispondono un po’ tutti i produttori, si selezionano mercato e consumatori finali, si stabiliscono packaging e piani di comunicazione, nel prezzo rientrano anche questi aspetti. Per tale ragione il prezzo meno di un’etichetta che certifica anno e territorio di produzione, ed il personale gusto, può definire la bontà di un miele o meno.

Come ti è venuta l’idea delle bomboniere con i vasetti di miele?

L’idea delle bomboniere ha dato nome alla nostra azienda. 50grammi è la grandezza delle piccole cose, graziose di natura che possono entrare nel cuore di tutti richiedendo poco spazio, ed anche il formato delle mie creazioni.

Ho iniziato 4 anni fa, quando Carmine riusciva ancora a districarsi dagli impegni in apiario, quando tutto era in work in progress e mentre preparavo il mio progetto di tesi. Come dicevo le piccole cose entrano nel cuore e richiedono poco spazio, così 50grammi è nato per restare. Oggi non potrei fare a meno delle persone che incontro tutti i giorni, con cui percorro spalla e spalla step importanti di eventi tanto significativi come il matrimonio o l’arrivo di un bambino. 50grammi ha cambiato il significato stesso della bomboniera, riaccende i rapporti, rende vivo il momento della consulenza, nel mio ufficio accolgo momenti di frenesia, attesa, ansia e successo, tutto insieme proprio come sono le persone.

Foto Apicoltura Tammaro

[Qui la pagina Instagram che Anny cura con immenso amore, rifatevi gli occhi]

Come si svolge il vostro lavoro?

Il periodo di raccolta inizia a Marzo e dura fino a Ottobre, in modo scalare segue le fioriture. La nostra è un’apicoltura etico-stanziale, le api sono collocate in Cilento sul Monte Licosa e sul Monte Stella nel parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano di cui abbiamo recentemente ricevuto il marchio, e sul Vesuvio. Le api non subiscono stress antropico ed il momento della raccolta avviene nel pieno rispetto delle colonie. Da Novembre a Gennaio quando il numero delle visite in apiario diventa meno frequente, siamo impegnati negli aggiornamenti, presenziamo a convegni nazionali, dedichiamo il nostro tempo a manutenzione e monitoraggio. A Febbraio il centro dello stomaco si ingarbuglia, siamo preoccupati, osserviamo i primi timidi fiorellini e cerchiamo di capire che stagione sarà, l’emozione è al picco ed è la stessa emozione che provano gli sposi che giungono da noi. È un mestiere sentito in tutti i sensi. In azienda ci aiuta Maddalena, la mamma di Carmine. È un elemento prezioso e coinvolgente, sale sulle montagne insieme a noi, si occupa della smielatura insieme a Salvatore, il papá di Carmine. La nostra è una storia familiare che vogliamo duri nelle future generazioni.

Dove siete?

Siamo a San Marco di Castellabate e la nostra azienda in cui organizziamo anche laboratori didattici è visitabile su appuntamento da Marzo ad Ottobre. Abbiamo una pagina Facebook ed Instagram, di recente abbiamo aperto una vetrina su matrimonio.com e tra poco avremo anche un nostro sito.

Tu e Carmine siete felici di questa vita in natura?

Siamo felici.
Vorremmo fermarci a queste due parole, ma va detto che dietro questa felicità c’è un costante lavoro di equilibrio. Siamo una coppia e come tale ci siamo spesso interrogati sul nostro possibile “tfr”, delle nostre ferie non pagate, e sulla busta paga, sono argomenti che per forza di cose affrontiamo a cena, non è semplice. Non lo è nemmeno avere tanti amici impiegati con orari di lavoro definiti a cui specificare che d’estate alle 20:30 c’è il sole e se c’è il sole si lavora, nessun midori sawa, nessun mojito!
Essere un’apicoltore, avere un contatto diretto con la terra è meraviglioso, come ogni lavoro ha i suoi pro e i suoi contro, quel che conta è andarci incontro.

Grazie ad Anny e Carmine per quello che fanno e per come lo fanno. 

Anny e Carmine