Gojira: un battello superveloce contro le baleniere

E’ da poco partito dal porto di Hobart in Tasmania l’asso nella manica della “Sea Shepherd”, un’organizzazione da anni impegnata nel contrastare la caccia alle balene.

La flotta giapponese sta infatti per iniziare l’annuale battuta di caccia “scientifica” con  le spalle coperte dal trattato baleniero internazionale e con l’obiettivo di uccidere 1000 esemplari. La Sea Shepherd, tuttavia, ha dalla sua parte niente di meno che Godzilla (traduzione occidentale), il nome del battello intercettore superveloce, infatti, è quello del terrificante mostro dei più conosciuti film giapponesi: Gojira. Dotata di un monoscafo di 30 metri e di un equipaggio di 11 marinai, Gojira raggiungerà in mare aperto le altre due navi dell’organizzazione: Steve Irwin e Bob Barker.

La Sea Shepherd ha sei missioni contro le baleniere alle spalle e il comandate Locky MacLean si augura che questa, la settima, possa portare a dei risultati definitivi: “Siamo meglio attrezzati che mai, abbiamo l’equipaggio più numeroso e più esperto. E con il vantaggio di arrivare prima in zona, c’è buona possibilità di cacciarli via per sempre dall’Oceano Antartico“.

In questo contesto il Ministro degli Esteri neozelandese Murray McCully ha esortato entrambe le parti in causa a mantenere l’autocontrollo ed evitare in tutti i modi che qualcuno rimanga ucciso negli scontri, sottolineando che per evitare il ripetersi di alcuni episodi violenti dell’anno scorso (il trimarano Ady Gil degli attivisti fu speronato da una delle baleniere ed affondò), sulle baleniere quest’anno viaggerà per la prima volta anche personale armato della guardia costiera.

Per l’anno 2010-11 il Giappone ha ottenuto permesso di caccia “scientifica” con una quota di 1.000 balene, valido per un’area di milioni di kmq di oceano sia a sud dell’Australia che a sud della Nuova Zelanda, raddoppiando così l’area dell’Oceano Antartico in cui ha sempre dichiarato di voler operare.

Questo quindi è il primo anno che la difficile situazione coinvolgerà in contemporanea, e non più ad anni alterni come è successo in passato, le acque di due nazioni differenti, costringendole ad attuare politiche di controllo ed eventualmente di salvataggio. Inoltre, l’allargamento dell’area di caccia potrebbe creare notevoli problemi all’organizzazione Sea Shepherd nella localizzazione e neutralizzazione delle baleniere in mare aperto.