Comunicare significa anche stampare. Nonostante il 2.0 sia l’ultima frontiera della comunicazione aziendale, non possiamo ancora fare a meno di quelli che in gergo tecnico vengono definiti “stampati” oppure di molti prodotti editoriali.
Ogni giorno utilizziamo la carta, compriamo giornali sfogliamo cataloghi, consultiamo il menu di un ristorante oppure scambiamo biglietti da visita. Sono gesti rituali e abitudini, che rendono ancora necessari processi di stampa. Inesorabili, resistono all’avanzata dei supporti multimediali che utilizziamo tramite smartphones e tablet. E’ giusto ricordare che convertirsi al digitale non è sinonimo diretto di green marketing. La produzione di questi apparati incide ancora sulle politiche ambientali in termini di emissioni di CO2 e consumi energetici e questo aspetto meriterebbe un excursus a parte.
Anche stampare, però, può essere ecosostenibile scegliendo accuratamente il tipo di carta giusta ed ecologica. In primis bisogna accertarsi che il prodotto venga trattato secondo gli standard FSC, quelli approvati dal Forest Stewardship Council a.c. La certificazione FSC identifica i prodotti provenienti da foreste gestite in maniera responsabile, secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.
Sul mercato, inoltre, è possibile scegliere prodotti ecosostenibili e che garantiscano un ottimo risultato dal punto di vista grafico. Uno di questi prodotti è la Shiro Alga Carta, un brevetto registrato dalla Favini, storica cartiera italiana. Questa carta viene prodotta con le alghe in eccesso della Laguna di Venezia.
Negli anni ’80 le alghe hanno iniziato a minacciare l’ecosistema della Laguna, per l’eccesso di nutrienti artificiali e l’innalzamento delle temperature. Nel 1989 il Consorzio Venezia Nuova e l’ENEA, iniziò la raccolta delle alghe per prevenire la deossigenazione della laguna. In seguito quelle alghe furono trattate dalla Favini che mescolando le alghe essicate con fibre certificate FSC diede vita al prototipo, poi diventato prodotto.
Negli anni la Shiro Alga Carta si è diffusa anche all’estero. Il brevetto, infatti, è stato esportato anche in Francia. Le alghe della Laguna si sono andate, via via, estinguendo, costringendo l’azienda a cercare altre sostanze simili in luoghi con problematiche simili. Il proliferare delle alghe, infatti, minaccia diversi ecosistemi e un ambiente simile a quello di Venezia c’è in Bretagna.
La Favini negli anni si è evoluta nella produzione di carte ecologiche e utili agli stampati creativi. Recentemente la gamma di prodotti CRUSH è stata nominata tra i prodotti più innovativi in occasione del Paperworld 2013 di Francoforte.
La linea CRUSH è pensata per la realizzazione di packaging e vari prodotti creativi. La gamma è composta da carte ecologiche realizzate con scarti di lavorazioni agro-industriali (agrumi, kiwi, mais, caffè, olive, nocciole e mandorle), che sostituiscono fino al 15% della cellulosa proveniente da albero.
La creatività italiana non delude e oltre a Favini esiste un’altra grande azienda italiana che si distingue nel mondo per la sua creatività e l’attenzione all’ambiente. Le cartiere Fedrigoni hanno sedi in tutto il mondo, ma l’azienda di Fabriano si distingue anche per la produzione di carte ecologiche e per il totale rispetto dell’ambiente. La linea ecologica di Fedrigoni si chiama Freelife, ma tutta la filiera è ecosostenibile. Si legge sul sito dell’azienda:
La produzione cartaria è alimentata completamente da metano e fonti rinnovabili (energia idroelettrica, di cui Fabriano è produttrice netta), e per ottimizzare l’uso dell’energia ci sono tre impianti di cogenerazione. Per minimizzare le emissioni di anidride carbonica riusciamo a far arrivare almeno un terzo delle materie prime tramite rotaia. Il 70% delle cellulose che utlizziamo è certificata FSC (Forest Stewardship Council). Una parte delle fibre che entrano nelle nostre ricette sono a crescita veloce o annuale (cotone, canapa, lino, bambù).
La carta per noi è un bene prezioso e ne facciamo uso tutti i giorni. Nonostante l’ascesa del virtuale sarà difficile rinunciare all’odore di uno stampato, oppure ad ascoltare il fruscio di una pagina che viene girata. La creatività e madre natura, anche in questo caso, ci offrono una via d’uscita responsabile ed ecosostenibile.
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