I geoglifi sono dei disegni sul terreno, ottenuti dall’uomo in diversi modi, o attraverso la disposizione di rocce, frammenti di rocce, ghiaia o terreno o attraverso la loro rimozione.
In questo modo, è possibile ammirare dall’alto incredibili disegni, che si trovano un po’ ovunque nel mondo e sono stati realizzati da società e popoli diversi, in differenti epoche storiche. Il nome deriva dal greco, geo che sta per terra, e γλυϕή «intaglio».
Le prime furono scoperte nel Perù meridionale, e sono quelle che si trovano soprattutto in una zona ben precisa. Vennero fatti per motivi di culto, e hanno una datazione molto antica. Oltre che in Perà, nel corso dei secoli ne sono stati avvistati anche altri, anche in altri continenti. Uno di questi è il cosiddetto Uomo di Marree, scoperto il 26 giugno 1998 durante un volo aereo.
A ben vedere, questo geoglifo ritrae un indigeno australiani. Gli studiosi sono abbastanza d’accordo nel riconoscere un indigeno della tribù Pitjantjatjara intento a cacciare con un piccolo giavellotto.
Il geoglifo è stato avvistato a Finnis Springs, che si trova a solti 60 km ad ovest della cittadina di Marree, proprio al centro dell’Australia Meridionale, come si può vedere dalla cartina.
La cosa incredibile è che questo geoglifo raffigurante un uomo ha delle misure strabilianti: più di 4 km in altezza, e il suo perimetro è di 28 km. Per questo motivo si tratto del più grande geoglifo del mondo, almeno quello più grande noto fino a questo momento. Non si sa chi l’abbia creato, ma di sicuro la creazione deve aver necessitato di tanto tempo. Per tracciare queste linee, che sono profonde 30 cm e larghe fino a 35 metri, è stato necessario un aratro molto grande e numerosi passaggi. L’immagine è incredibile, vista dall’alto, in tutta la sua imponenza. Purtroppo, si sta progressivamente cancellando a causa dell’erosione per processo naturale. In ogni caso, ancora oggi, è visibile e meriterebbe una visita.
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