Rifiuti pericolosi

Prefazione

Intricato è il mistero che Alessandro Gramegna ci propone in quest’opera in cui le carte vengono rimescolate di continuo e che vede le nostre certezze crollare capitolo dopo capitolo.

Alla base una trama di primo acchito semplice e lineare: un uomo viene ritrovato morto nel Naviglio Grande e la polizia ha ancora una volta il compito di cercare di capire di chi si tratti, scovare le cause e le motivazioni alla base di quella morte. Eppure il commissariato di Abbiategrasso si trova di fronte un caso molto più complesso di quello che si attendeva, tanto che anche noi rimaniamo scombussolati sebbene proviamo a fare del nostro meglio per venirne a capo.

Da come era ridotto, difficile stabilirlo. Spero solo non si tratti dell’ennesimo caso di suicidio, che negli ultimi mesi si stanno verificando soprattutto in questa zona. Qui la crisi economica sembra aver inciso in modo preoccupante, in particolare tra gli uomini di mezza età, che magari si trovano senza un lavoro ad un passo dall’agognata pensione: troppo vecchi per un nuovo impiego, troppo costosi per le aziende. E lei cosa ne pensa Diana?

Sin da subito facciamo conoscenza con diversi personaggi, in primis Diana Carbone e Luciano Bosetti, che si occupano del caso con grande attenzione e professionalità, e che riescono a farci calare totalmente nella vicenda, a farci percepire quella scomparsa come se fosse vera.

Le domande che si pongono sono mirate, le loro riflessioni ci aiutano a comprendere ciò che sta accadendo, permettendoci di soppesare i vari elementi, di provare emozioni diverse che vanno dall’incredulità allo sdegno.

Si uniscono poi gli altri personaggi, quelli che impareremo a conoscere passo dopo passo e che invece di limitarsi a un ruolo marginale nella vicenda ne saranno il cuore pulsante, la linfa che ci consentirà di avere una visione a trecentosessanta gradi delle circostanze. 

Ciò che ci stupisce più di tutto è la capacità di Alessandro Gramegna di dare vita a personaggi complessi e articolati, con una psicologia che non ha nulla da invidiare a quella di uomini e donne reali. Ne narra i pensieri, i gesti, le decisioni inconsce. Ne fa affiorare i pregi ma anche i difetti, e tutto questo li rende ancora più umani, così simili a noi che immediatamente ci ritroviamo a instaurare con loro un legame profondo e importante.

Il rapporto con l’amante costituiva il naturale rifugio per colmare il suo insaziabile bisogno di affetto, causato dalle frequenti assenze del marito, spesso impegnato in viaggi di lavoro.

In casa, tuttavia, non era mai sola. A farle compagnia ci pensava Pato, un adorabile barboncino nano di colore marrone scuro, con cui si coccolava nei momenti tristi o quando le capitava di sentirsi di pessimo umore. Le emozioni che le regalava l’atletico Loris però, erano tutte un’altra cosa.

Rifiuti pericolosi diventa così un’opera in cui ognuno ha un peso e un’importanza, senza mai essere relegato a un ruolo marginale.

Ogni personaggio ha un passato, prova a tenersi in equilibrio in una vita ricca di ostacoli, in cui la vita sentimentale e lavorativa a volte diventa più complessa di quello che si vorrebbe. E l’intreccio di vite si fa sempre più fitto e importante, mostrandoci quanto siamo importanti i legami umani.

Visualizzarsi in uno status privo della quotidianità data dal lavoro, gli provocava una forte inquietudine. Più la fatidica data si avvicinava, più queste immaginazioni gli si presentavano con maggior frequenza.

La soluzione era cercare di non pensarci.

Distrarsi.

Continuare a vivere il presente, come aveva sempre fatto.

Infine c’è il nostro protagonista, quell’uomo scomparso di cui conosceremo a poco a poco l’identità, per il quale vorremo fare giustizia come se fosse un nostro caro. Insieme a lui scopriremo i risvolti di un’azienda all’apparenza come le altre, ma che Alessandro Gramegna ha saputo delineare con originalità e trasporto, rendendola lo scenario perfetto per una vicenda indimenticabile.

Un mistero, quello di Rifiuti pericolosi, che tante persone vogliono risolvere ma che non mette da parte la vita, quella che non si ferma nemmeno di fronte alla scomparsa: i problemi lavorativi, le difficoltà economiche, gli ostacoli sentimentali. Tutto è presente in quest’opera dalle mille sfaccettature che con grande sensibilità ci fa vedere anche l’altro lato della medaglia: l’incapacità di chi resta di sopravvivere a un lutto e accettare che la vita non sarà più come prima.

Quarta di copertina

“Saremo più forti che mai”, le disse abbracciandola e tenendola stretta a sé per alcuni interminabili minuti.

Diana Carbone, sovrintendente capo del Commissariato di Polizia di Abbiategrasso, ha appena ricevuto una telefonata urgente: un cadavere è stato trovato nel Naviglio Grande. È un uomo sulla cinquantina e sicuramente la sua morte non è dovuta a cause naturali. Scoprire di chi si tratti sarà solo il primo passo di un mistero fitto e intricato che coinvolge un’azienda di gestione dei rifiuti e tutta una serie di personalità legate alla vittima. Ma la risoluzione del crimine non mette da parte le emozioni e il dolore di chi perde una persona amata e che dovrà imparare a sopravvivere ogni giorno alla sua assenza.