Intervista al Viaggiatore – Claudio Piani

Continuano sulle pagine di Econote le interviste a viaggiatori in solitaria, che da mesi, anni, hanno deciso di cambiare le loro vite e iniziare a viaggiare. Grazie ai loro racconti siamo al loro fianco, viaggiamo con loro, e possiamo comprendere in che modo il viaggio possa cambiare nel profondo il modo di vedere il mondo, la vita e la società.

Cosa ti ha spinto a intraprendere i tuoi viaggi? Hai lasciato un lavoro stabile, le tue certezze, per poi partire?

Sinceramente credo la spinta principale e decisiva, che ho avuto per intraprendere i miei viaggi, sia stato il semplice desiderio di viaggiare.
A Milano, prima di partire, avevo la fortuna di vivere in una condizione molto “agiata”, facendo i lavori che desideravo, i quali mi permettevano facilmente di pagarmi un’appartamento in affitto e concedendomi ogni estate tre mesi di ferie, che puntualmente spendevo viaggiando, principalmente in giro per l’Europa.
Nonostante questa condizione favorevole nella mia vita il desiderio di viaggiare e’ sempre stato più forte di tutto il resto, sapevo che prima o poi sarei partito per un lungo viaggio, qualcosa che andasse oltre il semplice”turismo”. Appena ho iniziato a percepire un leggera insofferenza alla monotonia che la mia quotidianità offriva, ho deciso di mollare tutto e partire… Senza un desiderio di fuga o di ricerca ma solo con la voglia di esplorare, conoscere e vivere di avventure.
Avevo 27 anni appena compiuti, forse era l’ultima occasione valida, non potevo farmela sfuggire…

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Come hanno preso le tue scelte amici e parenti?

La mia scelta di mollare tutto, soprattutto una bella casa, seppure in affitto, ed un buon lavoro e’ stata considerata folle da molti miei colleghi e conoscenti, ma non dai miei genitori e dai miei amici più stretti che, conoscendomi intimamente, sapevano che prima o poi sarebbe successo.
Non posso sapere con certezza come abbiano “digerito” la mia scelta di partire, ma so che gli incoraggiamenti ricevuti da parte loro e il sentimento di gioia trasmesso quando hanno saputo che stavo facendo qualcosa di speciale per me, sono una delle cose più preziose scaturite da questo lungo viaggio.
Come mai hai scelto questo itinerario e hai scelto di muoverti senza aerei?

L’itinerario e’ nato strada facendo e a volte mi stupisco di dove mi abbia portato… La durata del viaggio stessa e stata continuamente modifica o possiamo dire allungata durante il mio percorso.
L’idea iniziale era attraversare l’Asia fino all’Australia senza prendere aerei… Poi è nata l’idea di fermarmi in Australia a lavorare per qualche mese… I mesi sono diventati 11, complice una condizione di vita piacevole… Da lì, racimolati sufficienti soldi, e’ nata l’idea di visitare la Nuova Zelanda e di riattraversare l’Asia seguendo una differente direzione questa volta.
L’idea di non prendere aerei e’ stata dettata dalla ampia possibilità di tempo e dal desiderio di viaggiare nella maniera più “povera” e comune possibile… Gli aerei e gli aeroporti e le persone che li “frequentano” sono uguali in tutto il mondo… Le stazioni ed i treni, o i bus non lo sono. Lì puoi vedere la vera realtà di un paese e la sua gente. Non prendere aerei ti permette di attraversare frontiere incredibili, attraversare aree estremamente remote… Puoi goderti e apprezzare il cambio delle ragioni che attraversi…


Come mai la scelta di viaggiare da solo?

In moltissimi mi hanno fatto questa domanda, specie durante il viaggio stesso e mi rendo conto che per molti e’ una scelta quasi folle.
Per me sinceramente non è stata nemmeno una scelta, la possibilità di viaggiare con qualcuno non è stata nemmeno considerata. Perché?? Me lo sono chiesto tanto volte anche io e sono arrivato a queste banali quanto vere conclusioni.
Viaggio da solo perché sto bene (non meglio) da solo… Viaggio da solo perché sono totalmente libero e responsabile delle mie scelte… Viaggio da solo perché è il modo migliore e più semplice per conoscere più persone… Viaggio da solo perché è più facile, e’ più facile fare autostop, e’ più facile farsi ospitare, e’ più facile superare o rispettare i propri limiti. Viaggio da solo perché da soli si impara di più, soprattutto si impara ad ascoltarsi.

Su Econote parliamo spesso di natura. Parliamo di quella che hai visto nei tuoi viaggi: qual’e’ il posto più bello che hai visto finora naturalisticamente parlando?

Domanda sempre scomoda scegliere un posto in particolare, specie in un viaggio che si diversifica tra la steppa mongola e le spiagge australiane. In questo viaggio spiccano sicuramente: le vette himalayane, specie nella parte indiana, il deserto australiano e l’isola del sud della Nuova Zelanda. Se considerassi i viaggi precedenti: Banff e Jasper National park in Canada non hanno eguali.

Com’è il rapporto della gente che hai incontrato nel tuo viaggio con la natura, l’ambiente e gli animali?

L’ampio ventaglio delle realtà che ho visto in due anni di viaggio mi ha evidentemente messo di fronte a diversi approcci nei confronti della natura da parte delle diverse popolazioni.
Credo che ci siano nazioni che per sensibilità e/o convenienza rispettino meticolosamente la natura, l’ambiente e gli animali, mentre altre, generalmente per convenienza o necessità, deturpano la realtà circostante.
Si tratta di un discorso molto vario e molto delicato… Che spesso origina da questioni sociali, antropologiche ed anche religiose talvolta.
Per esempio la Nuova Zelanda può permettersi un approccio totalmente “ecologico”, avendo nella natura e nell’ambiente una delle sua principali risorse economiche grazie all’industria del turismo; la Cina d’altro canto, dovendo “sfamare” ogni giorno più di un miliardo di persone, fatica, per quanto ci stia provando, a raggiungere un approccio ambientale più rispettoso.
Generalmente posso dire che comunque, per quanto visto, la gente comune tende sempre e ad ogni latitudine a rispettare l’ambiente,sempre secondo le proprie tradizioni, mentre sono spesso le scelte politiche o le grandi industrie a rovinarlo.
Proprio pochi giorni fa in Uzbekistan ho visto i “resti del lago Aral”… Lago attualmente quasi estinto perché l’unione sovietica nel 1960 decise di deviare il corso dei suoi affluenti per favorire l’irrigazione dei nuovi campi di cotone… Con conseguenze ambientali disastrose.

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Raccontaci un aneddoto particolare sulle tue esperienze di vita o di viaggio.

Durante i miei viaggi invece gli aneddoti sono innumerevoli e variegati. Uno dei più recenti ed incredibili mi è capitato in India.
Non ho mai dato crediti a santoni, streghe e cose varie, ma una notte a Delhi, mentre passeggiavo, mi si avvicina un vecchio Sikh (quelli col turbante) ed inizia a dire cose reali sulla mia vita. Mi fermo e lo ascolto. Lui mi da in mano una foto in bianco e nero con ritratti una trentina di “santoni” sikh e me ne fa scegliere uno… Io scettico scelgo quello più simile a Bob Marley… A quel punto lui scrive qualcosa su un pezzo di carta e me lo infila in mano dicendo di pensare ad un colore. Penso all’arancione… Apro il foglietto e c’è scritto: ORANGE… A quel punto lui prende un altro foglietto e ancora scrive qualcosa e me lo mette in mano dicendomi:”pensa ad un numero” da 1 a 30…istintivamente penso alla mia età…28… Apro il foglietto… C’è scritto 28!!! A quel punto ho parlato io e gli ho detto: troviamo un posto tranquillo per parlare….

Abbiamo visto che hai deciso di viaggiare senza aerei, una scelta molto green,complimenti! In che modo inoltre sei un viaggiatore sostenibile? Quali sono le piccole e grandi scelte che fai per rispettare l’ambiente.

Credo che la parola RISPETTO per un amante di viaggi sia la più importante… Rispetto di ciò che vede, delle culture che incontra e dell’ambiente in cui si muove. Rispettare a volte vuol dire osservare e “tollerare” qualcosa che non si condivide. Purtroppo a volte sono entrato in contatto con popoli che per questioni culturali,sociali e storiche non rispettano l’ambiente in alcun modo; non è facile intervenire e talvolta non è neanche giusto… E’ però fondamentale che il mio atteggiamento di rispetto dell’ambienta rimanga. Banalmente in India una piccola, ma ” rivoluzionaria” scelta di rispettare l’ambiente e’ cercare un cestino dove buttare la spazzatura anziché gettarla per terra… Grandi scelte per rispettare l’ambiente non ho avuto molte occasioni. L’unica e’ stata in una sperduta isola a sud della Thailandia dove, con un ragazzo francese, abbiamo iniziato un “progetto” di raccolta differenziata.


Come ti ha cambiato questo lungo viaggio?


Incredibilmente… La quantità di persone conosciute, culture differenti, religioni, storie ed avventure vissute per forza di cose lasciano un segno profondo. Sono ovviamente cresciuto, probabilmente maturato, sicuramente molto più consapevole riguardo a me stesso ed a cosa voglio… C’è poi una cosa particolare che questo viaggio mi ha fatto capire… Ho iniziato a rimettere in gioco tutti gli insegnamenti, i concetti e dogmi che la società occidentale ci propone. Può sembrare una cosa difficile o magari inutile ma in realtà credo sia la chiave per raggiungere maggior consapevolezza di ciò che si è e di ciò che si vuole e di conseguenza per alleggerirsi un po’se necessario o arricchirsi ulteriormente.

Continuerai a viaggiare anche in futuro? Che progetti hai nel breve medio periodo?

Viaggiare e viaggiare così “profondamente” ed all’avventura farà sempre parte di me…
Attualmente sono in Iran dopo più di 810 giorni in giro per l’Asia… Voglio arrivare a casa entro Natale e godermi la mia famiglia ed i miei amici… Poi non so… Sarà un po’ come ripartire da zero.
Sono positivo però, so di valere di più rispetto a quando partii due anni fa.