Secondo il XV rapporto ecosistema urbano pubblicato da Legambiente Verbania è la città più vivibile d’Italia.
Una città piccola, a misura d’uomo, e anche rispettosa della salute e dell’ecologia. E se nelle grandi metropoli la situazione degli ecosistemi urbani peggiora di anno in anno, e molte città peggiorano, da questo punto di vista, alcune migliorano e si caratterizzano come esempi positivi. Su tutte, appunto, Verbania. Ecosistema urbano di Legambiente, il rapporto annuale realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 ore, parla chiaro. L’intero documento, consultabile seguendo questo link, ci mostra un quadro complessivo ancora arretrato. Tra le città “grandi”, ad esempio, la prima è Bologna (18), mentre più dietro troviamo tutte le altre metropoli del nostro paese. Il sud è messo malissimo (Caserta è la prima città del sud, solo 36sima), anche Napoli (88) e Benevento (100) sono messe malissimo, mentre il fanalino di coda è Frosinone. Tra le prime dieci, invece, anche Siena, Savona, Prato e Venezia.
In generale, “continua a crescere il livello di attenzione degli amministratori verso il territorio e la sostenibilità ambientale in generale ma anche che permane, in tutto il Paese, da nord a sud, una situazione al limite dell’emergenza e che riesce appena a dare, qua e la, timidi segnali positivi“.
Come è possibile leggere nell’introduzione alle 78 dettagliate pagine dello studio, attraverso le parole di Vittorio Cogliati Dezza, Presidente nazionale di Legambiente, uno dei problemi più grandi è il trasporto urbano: “circa un terzo delle emissioni di CO2 è causato dal sistema dei trasporti, tra il 52% e il 59% degli spostamenti si svolge su percorsi inferiori a 5 km ed il 74% rimane al di sotto dei 10 km. Cioè circa 4/5 degli spostamenti avviene in ambito urbano o periurbano. Se a questo aggiungiamo che l’Italia è il paese europeo, dopo il Lussemburgo, con il più alto tasso di motorizzazione (598 auto ogni 1000 abitanti – 463 in Europa) e che ogni giorno si muovono 13 e 14 milioni di persone tra comuni limitrofi, ma solo il 15% utilizza il treno, si disegna un quadro ben definito: il traffico urbano (che per l’82% avviene su mezzi privati) è un grande protagonista nelle emissioni di anidride carbonica“.
Importante anche il passaggio sui rifiuti, gli inceneritori e la raccolta differenziata: “Anche nella gestione dei rifiuti possono venire vantaggi ai cittadini e alla lotta contro il clima. Non serve moltiplicare ovunque i termovalorizzatori.
Occorre piuttosto costruire per intero la filiera giusta, favorendo la riduzione della produzione di rifiuti, a partire dagli imballaggi, la raccolta differenziata, il compostaggio, che consente l’assorbimento di quote rilevanti di CO2, ed infine, solo per la quota residua, discariche e recupero energetico“.
Piccoli passi in avanti sulla raccolta differenziata, comunque, in tutta Italia, ma soprattutto al nord. E, dispiace dirlo, il rapporto testimonia una evidente arretratezza del sud rispetto al nord, soprattutto nelle città calabresi, campane e siciliane, che come sempre fa una grande tristezza leggere.
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