Essere ecosostenibili gestendo un bed & breakfast: il punto di vista di chi e’ titolare

E’ sempre un piacere quando un articolo suscita delle riflessioni, e questo è il caso di “Viaggiatori consapevoli: hotel a 5 stelle o campeggio, pubblicato il mese scorso sul nostro sito.

Abbiamo quindi chiesto il parere dell’ “altra parte della barricata” ovvero a Maria Eugenia Ribichesu titolare di un bed and breakfast  a Sassari, l’Oasi tra gli Ulivi.

Ci racconti qualcosa sulla tua attività? Che cosa significa avere e gestire un B&B?

La nostra attività è aperta da ormai 7 anni. Inizialmente, soprattutto tra gli ospiti italiani, non era molto chiaro il concetto di B&B. Tante persone prenotavano con la convinzione di soggiornare in un piccolo albergo, che concettualmente probabilmente non è sbagliato, ma si differenzia da quest’ultimo in molti servizi viste le ristrettezze dell’attività che viene condotta a livello familiare. Condurre un B&B significa seguire personalmente l’ospite dalla prenotazione fino alla fine suo soggiorno; non esiste un marketing manager, non c’è del personale addetto alle camere, piuttosto che alla cucina o alla lavanderia, un giardiniere o un manutentore: questi lavori vengono svolti nell’ambito della “normale” consuetudine familiare.

Chi prenota da noi, oggi, sa’ più o meno cosa troverà e a che tipo di servizi potrà accedere; è anche un tipo di clientela con meno pretese, che non sceglie questa tipologia di vacanza solo per risparmiare qualche soldino, ma anche, spesso, per abbracciare delle ideologie di vita, per favorire delle realtà già di per sé meno impattanti e che è abituata a vedere colazioni preparate in casa e panni stesi al sole, quindi, in linea di massima, sono loro i primi a non eccedere in sprechi.

Andiamo per punti, è possibile fare scelte ecosostenibili, come quella del cambio degli asciugamani/lenzuola non giornaliero?

Sia nel regolamento interno che al momento della presentazione della camera spieghiamo che il cambio degli asciugamani avviene ogni quattro giorni, mentre è settimanale quello delle lenzuola e, salvo incidenti, si attengono tutti a questa politica senza problemi. A volte trovi anche molta collaborazione e capita anche che d’estate qualche vacanziere mattutino, dopo la doccia, scenda in giardino per stendere il suo telo e leggere qualche pagina del suo libro nel silenzio della campagna.

Per i rifiuti è davvero una chimera la raccolta differenziata?

Oltre ai contenitori della differenziata, ho appeso in cucina una locandina sulla percentuale media dei materiali da rifiuto presenti all’interno di ogni sacco della spazzatura domestica. Sono piccoli segnali, ma importanti che danno un’impronta sul tipo di gestione e sulle norme comportamentali che inviti a seguire senza fare pressioni. Inoltre il tipo di rapporto che viene a crearsi con l’ospite è quasi sempre pressoché amichevole quindi visti gli input ed essendo un argomento di portata collettiva, la raccolta differenziata diventa sempre un buono spunto di conversazione.

L’obiettivo che mi sono posta per la stagione estiva è quello di riuscire a posizionare un dispenser per l’acqua in modo da eliminare una buona parte di plastica dovuta all’utilizzo delle bottiglie. (ndr l’acqua del rubinetto non è sempre potabile in quelle zone)

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 E’ possibile rendere la colazione un momento a rifiuti zero?

La legge ragionale 27/98 della regione Sardegna stabilisce i parametri per la prima colazione che prevedono “cibi preconfezionati (e al massimo riscaldati), senza possibilità di manipolare gli stessi, costituita da: pane, fette biscottate, brioche, marmellata, confettura, burro, caffelatte, succo d’arancia.”

Secondo alcune associazioni di categoria però tale regola non è assoluta e non farebbe divieto di servire prodotti caserecci.

E’ un dato di fatto invece l’aumento della richiesta di prodotti biologici e fatti in casa che porrebbero un limite alle centinaia di vaschettine di marmellata, cioccolata spalmabile e miele che vengono gettate ogni anno, o degli involucri di merendine industriali ecc.

Tutte le attività in cui gli acquirenti consumano prodotti nei locali dell’esercizio sono vincolate al possesso della licenza per la somministrazione di alimenti e bevande. Personalmente mi piacerebbe che questa possibilità venisse estesa anche ai titolari di b&b in modo da poter almeno affiancare alcuni prodotti a quelli già in uso.

Non ne faccio solo un discorso di riduzione dei rifiuti, ma anche di mangiar più sano. Vorrei poter offrire una torta di mele che sappia di mele.

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Nel ringraziare la nostra ospite, mi piacerebbe conoscere le vostre esperienze in merito ai soggiorni che avete fatto in B&B, se avete trovato soluzioni sostenibili e se secondo voi sono replicabili in tutti i contesti.

Per quanto riguarda il nodo dei prodotti sfusi, ogni regione/provincia ha i suoi regolamenti, il Trentino ha redatto ad esempio il vademecum La colazione dei turisti “Il Buffet amico dell’ambiente” redatto dall’Associazione Albergatori ed Imprese Turistiche della Provincia di Trento in collaborazione con il Servizio per le Politiche di Gestione dei Rifiuti della Provincia Autonoma di Trento e con l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari della Provincia Autonoma di Trento secondo la normativa vigente riguardante la somministrazione di prodotti alimentari al pubblico.

In questo vademecum si legge a tal proposito che per mantenere le nostre montagne “pulite” anche le strutture ricettive turistiche possono intervenire direttamente, adottando semplici ma importanti accorgimenti, come l’abbandono dell’uso dei prodotti confezionati in monoporzioni a favore dei prodotti sfusi meno impattanti.”

La riflessione è aperta!

Di Federica Gemma