Arriva il social network che smaschera le bufale ambientaliste

Arriva il social network del giornalismo ambientale. Si chiama Reality Drop ed è una piattaforma sviluppata dal Al Gore, ex vice-presidente degli Stati Uniti, premio Nobel e fondatore di The Climate Reality Project, in collaborazione con Skeptical Science.

Reality Drop è un aggregatore di notizie provenienti da media tradizione, blog e newsmagazine digitali che raccontano storie e fatti legati all’ambiente, in particolar modo informazioni relative al cambiamento climaticodel pianeta (per approfondire clicca qui). L’obiettivo è quello di smacherare le cosidette bufale oppure le notizie non vere raccontate dai giornalisti, ad opera degli utenti.

Su Reality Drop saranno caricati una serie di articoli: quelli contrassegnati dal colore verde sono veritieri, mentre le notizie false sono marcate in rosso. Il giudizio è affidato completamente ai lettori che possono votare gli articoli. Ogni azione aiuterà gli utenti a guadagnare punti e a scalare una classifica, che non porterà a vincere nessun premio ma solo a contribuire a una causa nobile: diffondere la verità scientifica sul riscaldamento globale.

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A spiegare la bontà dell’iniziativa è stato lo stesso Gore, dichiarando:

Proprio come le imprese produttrici di tabacco negli anni ’50, l’industria dei combustibili fossili è impegnata in uno sforzo ben finanziato e coordinato da indurre in errore il pubblico sulla realtà scientifica del cambiamento climatico. Reality Drop fornisce un modo semplice e intuitivo per le persone ad armarsi con i fatti, educare i loro amici, familiari, e le reti, e invitano i media a raccontare la verità.

E in questo video spiega come funzionerà Reality Drop:

Al Gore è nuovo all’utilizzo di tecniche di comunicazione all’avanguardia per raccontare le proprie cause ambientaliste. Nel corso degli anni abbiamo assistito alla nascita di Current TV e ha utilizzato il mezzo più potente per lo storytelling, ovvero il cinema. Il suo lungometraggio “Una scomoda verità” si è aggiudicato anche un oscar. Con questo nuovo progetto l’ex vice-presidente degli Stati Uniti ha fatto convergere le più attuali tecniche di comunicazione: content strategy e social media marketing. Reality Drop è un contenitore di notizie, un racconto senza fine di buone e cattive storie di giornalismo. Lo storytelling è il più classico dei paradigmi del green marketing: l’utente veste i panni dell’eroe per smascherare i cattivi di turno.

La piattaforma è integrata con i social network per mere strategie di traffic building, ma il vero punto di innovazione sta nella gamification, ovvero le dinamiche di gioco applicate in altri contesti. In questo caso l’utente/eroe non guadagna nulla scalando la classifica ma gli sarà riconosciuto a livello sociale (grazie ai social media) il ruolo di attivista, un po’ alla stregua del lettore che diventa reporter grazie al cityjournalism.

La formula, infine, risulta vincente, grazie al fact-checking utilizzato  per verificare i fatti riportati dai media e smascherati. Ad oggi sono poche le testate che hanno inserito questa opzione. Tra gli innovatori c’è il “The Washington Post”, che ha inserito l’applicazione True Teller ancora in fase di sperimentazione, che permetterà di verificare le dichiarazioni dei politici in tempo reale.

In campo ambientale non si erano ancora registrate iniziative del genere e Reality Drop sta all’editoria come il green washing sta al green marketing. Sarà giusto smascherare cattive informazioni, pilotate dai big spender del mondo delle multinazionali? Grazie all’effetto buzzing che provocherà la piattaforma di sicuro si potrà portare il dibattito sul cambiamento del clima su un altro livello, ma smascherare non basta. Bisogna indurre i media a rettificare le notizie. Noi, che cerchiamo di fare informazione indipendente, ne siamo contenti come tutti i giornalisti e blogger che perseguono questa professione con lo stesso obiettivo. È recente il caso della chiusura da parte del New York Times della redazione ambiente (noi ne abbiamo parlato qui), come per sottolineare che l’ambiente è un qualcosa di cui fare a meno di raccontare.