Una settimana nel cuore del Parco del Cilento per imparare letteralmente sul campo i saperi rurali più antichi: questa la mission di #CampDiGrano, di cui domani parte la terza edizione che si svolgerà fino al 20 luglio.
25 ragazzi provenienti da tutta Italia, selezionati tramite un contest, lavoreranno con i contadini cilentani per apprendere l’arte della lavorazione tradizionale del grano: dalla mietitura ai diversi processi di lavorazione, fino alla molitura in mulino a pietra ad acqua nella vicina Oasi del WWF di Morigerati. Infine, il pane, con un corso di panificazione naturale con lievito madre.
Organizzato dalla ProLoco di Caselle in Pittari (Salerno), #CampDiGrano è un’esperienza di alfabetizzazione rurale e di innovazione sociale, di faber e sapiens: alla coltivazione diretta si affiancheranno infatti workshop e laboratori sulla social innovation e sui nuovi modelli di sviluppo rurale, con la partecipazione tra gli altri di startupper rurali. Location degli incontri? Il Teatro del Grano, un anfiteatro realizzato con balle di paglia dagli stessi ragazzi. Il programma continua anche la sera, con workshop notturni attraverso il centro storico di Caselle in Pittari, cene conviviali e il concerto della band irpina Makardia.
Quest’anno, inoltre, il camp si pone un obiettivo ambizioso, ovvero la redazione di una Magna Carta della ruralità contemporanea: ogni giorno sarà affrontato un “capitolo” specifico, dal paesaggio alla comunità, dall’agricoltura all’innovazione, fino ad arrivare ai processi identitari e di trasmissione delle conoscenze che è necessario portare avanti.
Il #CampDiGrano è anche percorso di avvicinamento al Palio del Grano, che si tiene domenica 20 sempre a Caselle in Pittari: una gara tra rioni nell’antica arte della mietitura tradizionale a mano.
Il Palio, che si tiene ormai dal 2005 sempre grazie alla ProLoco di Caselle in Pittari, è stato il primo passo di un bel progetto di recupero delle tradizioni rurali del luogo e della loro valorizzazione: obiettivo, trasformare ciò che fino a quel momento era vissuto dalla comunità come un limite, quasi una vergogna – la tradizione contadina – in un patrimonio da tramandare e di cui essere orgogliosi. Partendo dalla coltura più caratteristica, da ciò che per tanto tempo è stato anche un elemento centrale della vita della comunità: il grano.
Tutti a Caselle in Pittari!
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