I più noti sono quelli di Alberobello, ma si trovano anche nelle campagne attorno a Locorotondo, Castellana Grotte, Noci, Putignano e Monopoli (BA), a Martina Franca (TA) e nei pressi di Cisternino, Villa Castelli, Ostuni, Rasano e Ceglie Messapica (BR). Alcuni (detti pajaru, furnieddhu, chipuru, o truddhu) sono anche nelle zone rurali di Lizzano, Torricella e Sava (TA), nel Salento, ma con caratteristiche diverse: la forma è a tronco di cono, con tetto in paglia e senza l’imbiancatura a calce.
I trulli nascono come abitazioni rurali che avevano originariamente un uso residenziale-agricolo e servivano come struttura stagionale a carattere temporaneo, cioè esaurita la loro funzione potevano essere demolite. Poi sono passati a residenza stabile, mantenendo la forma ma cambiando tecniche costruttive (muratura e recentemente calcestruzzo).
Le parti significative del trullo sono due, solitamente:
- lo spazio centrale quadrato coperto dalla falsa cupola, cui corrisponde esternamente il tetto conico;
- alcuni spazi laterali con funzioni specifiche (dormire, cucinare) che si affacciano direttamente sul vano centrale.
Importanti sono le aperture, limitate alla sola porta d’ingresso quindi, l’interno è molto buio. Infatti la perforazione per la ventilazione è limitata alla canna fumaria del focolare che permette una ventilazione trasversale notturna espellendo aria calda e richiamando l’aria fresca esterna da apposite fessure nella parte bassa della porta.
Ciò che lo rende un’architettura sostenibile è proprio la sua forma:
La forma compatta a pianta quasi quadrata e le coperture coniche costituiscono un buon compromesso tra difesa dalla radiazione e utilizzo dei guadagni solari. In inverno il calore accumulato nella cupola durante il giorno viene trasmesso di notte, anche all’interno degli ambienti, grazie anche alla muratura a secco, di calcare duro e compatto in blocchi, di elevato spessore (1-2 m).
Singolare è la falsa cupola, molto leggera e di spessore decrescente verso la cuspide: realizzata mediante la sovrapposizione di filari concentrici, chiusi alla sommità da un tipico elemento cuspidato che termina con una sfera o un pinnacolo, il suo spessore permette di trattenere il calore e disperderlo per irraggiamento durante la notte.
Il comportamento del trullo è simile a quello di un ambiente ipogeo: la grande massa di pietra, spesso associata ad una vasca d’acqua di accumulo sotterranea, diminuisce, d’estate, la temperatura interna rispetto a quella esterna di 6-7 °C.
Tutto ciò garantisce un buon raffrescamento estivo, connesso alla ventilazione attraverso le forature della pseudo-cupola ed al colore chiaro (calce) della superficie esterna.
Sono in realtà architetture vernacolari nate come esigenza degli abitanti locali, ma con una ricercatezza naturale e coerenti con il territorio circostante, caratterizzato dalla
- ricerca di materiali semplici, facilmente reperibili nell’ambiente;
- studio del clima e adozione di un sistema capace di contrastare con esso in modo naturale;
- oltre ad essere anche gradevoli esteticamente.
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