Ogni italiano consuma 80 risme di carta all’anno, iniziamo a ridurre

Sono le piccole rivoluzioni a innescare il vero cambiamento, per esempio modificando i nostri consumi di carta: qui vi proponiamo 5 modi per non sprecare carta.

Quanta carta inutile gira nelle amministrazioni, nei vari passaggi burocratici e nelle mani dei professionisti? Ogni italiano consuma in media 200 kg di carta all’anno secondo Greenpeace, cioè 80 risme a testa ogni anno! Considerate anche che da ogni albero si ricavano 79.000 fogli di carta.

Riciclare è un dovere e dobbiamo fare anche un passo in avanti per ridurre i consumi di carta in ogni nostro piccolo gesto. Quello di cui vi parlo oggi è il Gruppo Menarini, azienda farmaceutica che con il progetto ZeroCarta ha informatizzato il procedimento di invio di documenti alla sede dell’azienda da parte degli Informatori Scientifici del Farmaco. Sono stati consegnati loro degli appositi strumenti digitali con i quali possono scansionare e trasmettere telematicamente alla sede i documenti prima inviati per posta ordinaria. Anche gli uffici cambiano, si adeguano e ridimensionano il consumo di carta perché spariscono le scrivanie e al loro posto ci sono schermi touch, come si può vedere in questo video.

Un ambiente di lavoro “futuristico” che comporta un aumento dell’efficienza, un risparmio di tempo, una maggiore qualità del lavoro e una più snella archiviazione dei documenti ora a portata di “mano”. Per realizzare questo progetto Menarini si è affidata a uno staff composto da diverse professionalità di ingegneri ed informatici.

Molte aziende si stanno dotando di caratteristiche o processi che vadano in contro alla responsabilità sociale, alla sostenibilità, alla tutela dell’ambiente. In alcuni casi, purtroppo, ci troviamo però nel campo del greenwashing: aziende che fingono di essere green quando in realtà green non lo sono affatto. Una maschera che cade ai primi confronti veri con chi ha veramente a cuore l’ambiente e punta a processi lavorativi e produttivi leggeri nell’impatto.

La sostenibilità non è una meta, è un percorso che procede per piccoli avvicinamenti. Piccole rivoluzioni che avviano un cambio di paradigma: speriamo di vederne sempre di più.

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