Etciù. È il tempo dei malanni invernali, qualcuno se n’è già accorto, gli altri si stanno preparando all’epidemia da settimane. Io per esempio sono pronta da tempo, perché da qualche mese abita nella mia borsa una rivoluzione di nome fazzoletto di stoffa. Me l’ha portata in dono la mia amica Kiarina, che già era stata protagonista di altri post, tipo questo. E che lamentava una mia incoerenza ecologica nell’uso dei fazzoletti usa e getta. Con ragione. Vittima di untori di ogni età e di rinite allergica, nelle mezze stagioni ero in grado di far fuori pacchetti di fazzoletti di carta come fossero caramelle: leggeri loro, pesante il loro impatto ambientale.
Come porre fine a questo strazio di in-sostenibilità, si è domandata a un certo punto la Kiarina? Dopo aver girato inutilmente mercati e mercerie cittadine, dove ormai i fazzoletti in tessuto sono estinti, ha mandato in missione la mamma Enrichetta nella provincia torinese, che non delude (quasi) mai. E a me finalmente è arrivata in dono una dote di 6 fazzoletti di cotone a motivi floreali da far rabbrividire Mary Poppins. Ma senza i quali ora non so più starnutire.
Fazzoletti di stoffa versus fazzoletti di carta. Vincono la partita della sostenibilità ambientale i fazzoletti di stoffa 2 a 1. Questa la cronaca.
Da un punto di vista ambientale, non ci sono confronti: la stoffa batte la carta perché per produrre gli usa e getta sono maggiori il consumo di risorse, di acqua e energia, la produzione di CO2 per il trasporto, la produzione di rifiuti (i fazzoletti sporchi si gettano nell’indifferenziata), anche la produzione dei rifiuti in plastica (packaging).
Da un punto di vista economico, i fazzoletti di stoffa battono quelli di carta perché la loro durata è quasi un ‘per sempre’. O almeno è pluriennale. Se un fazzoletto di tessuto costa circa 1 euro, dura in media 5 anni, il risparmio è incommensurabile. Il loro lavaggio?, direte voi. Poco ingombranti come sono, si infilano in lavatrice a pieno carico e c’è chi non li stira mai (io).
Da un punto di vista igienico, invece, la carta vince sulla stoffa perché i fazzoletti monouso, se cestinati subito dopo la soffiata, sono più igienici degli altri conservati solitamente in borsa o in tasca, e sono in grado di ridurre il rischio di contagio verso altre persone. I germofobi sono avvisati.
La morale? Il fazzoletto di stoffa è il posto più ecologico dove mettere il naso. Per evitare pandemie, però, chiudiamoci e curiamoci in casa per qualche giorno: farà bene a noi e anche agli altri.
Leave a Comment