Ancora una manciata di ore prima che cali il sipario sul Torino Fringe, il festival multidisciplinare che ha animato negli ultimi dieci giorni le serate sabaude con 230 appuntamenti in diverse location non convenzionali: dal ristorante al mercato, dalla piazza al circolo Arci.
Ancora una manciata di ore per riflettere su FRIdom, felice parola-macedonia tra Fringe e freedom, godendo di spettacoli di arte varia, che, all’insegna della libertà, parlano con toni e linguaggi diversi di mafia, immigrazione, omosessualità, bullismo, disabilità. E, in maniera trasversale, anche di ambiente. “In stretta relazione con il sentire delle persone, e soprattutto dei giovani, FRIdom parla di rispetto dell’ambiente: vuole essere un festival ecosostenibile, per ridurre l’impatto sull’ecosistema, incentivando il pubblico a buone pratiche ecologiche”, spiegano gli organizzatori.
Quali sono queste buone pratiche messe in scena dal festival? Innanzitutto la mobilità sostenibile, incentivando il trasporto pubblico grazie all’accordo attivato con GTT, il Gruppo Trasporti Torino: presentandosi alle casse delle location con un biglietto timbrato o l’abbonamento GTT, otterrete uno sconto di 2 euro sull’ingresso agli spettacoli. Dunque, la macchina lasciatela a casa, ché tanto parcheggiare è difficile. O se proprio ne volete una, il Fringe ha inaugurato partnership con i progetti cittadini di carsharing e motosharing 100% elettrici: grazie a convenzioni con i due servizi sarà possibile avere sconti sugli abbonamenti per automobili e moto elettriche nei giorni del festival. Parola d’ordine, FRINGE19.
“Abbiamo deciso di aprire dialoghi con realtà innovative che utilizzano energie alternative e che sono sensibili soprattutto ai temi caldi dell’inquinamento e della “pollution” della città sabauda – spiega Richard Rizzo, responsabile marketing e comunicazione del Fringe -. Siamo orgogliosi delle importanti partnership eco-friendly con Bluetorino , Mimoto e GTT, che hanno creduto nel nostro progetto”.
Oltre alla mobilità, anche il Fringe da leggere, da mangiare e da bere è sostenibile: i programmi sono stampati su carta certificata PEFC, realizzata con materie prime provenienti da foreste gestite in maniera sostenibile, riciclata e da fonti controllate. E gli eventi, come la festa di chiusura al Museo Egizio, hanno impatti ambientali ridotti grazie all’uso di stoviglie, posate e bicchieri compostabili.
“Da quest’anno il Torino Fringe Festival è cambiato, guarda lontano. La mission che ci siamo posti è quella di sfruttare i canali della cultura, del teatro, dell’arte e degli spettacoli, per sensibilizzare la città, gli spettatori e i brand torinesi e non solo, anche sulle tematiche legate alla sostenibilità – continua Richard -. Utilizzando i canali in questione crediamo si possa raggiungere e sensibilizzare un pubblico molto vasto”. E questo non è che l’inizio: “I progetti per le prossime edizioni sono molto ambiziosi, sfrutteranno anche l’evoluzione tecnologica, e siamo sicuri che ci saranno nuove possibilità di collaborazione insieme a partner territoriali e nazionali con cui stiamo già iniziando a dialogare per la nuova edizione del 2020”. Ecospettatori, pronti ad applaudire?
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