Rifiuti a Napoli e volontari immigrati, una modesta proposta

I rifiuti a Napoli sono sempre stati un problema. A poche ore da un nuovo lockdown, con migliaia di persone che si riversano per strada a respirare prima di trovarsi per 15 giorni in Zona Rossa con mobilità limitata, la città di Napoli vive in uno stato di sporcizia perenne.

Non parliamo del verde pubblico, perché le condizioni sono pietose e sarebbe davvero una perdita di tempo sottolineare come parchi, giardini e zone verdi siano lasciati totalmente all’incuria e all’abbandono.

Parliamo dei rifiuti a Napoli e della sporcizia di strade e marciapiedi. La situazione è penosa. Riguarda poi tutti i quartieri. Dal Vomero al Centro storico, da Fuorigrotta a Posillipo, i cestini sono sempre pieni, carte, lattine e bottiglie di plastica sono spesso lasciate a terra per giorni. Nessuno spazza, nessuno pulisce. Ogni tanto, qualche mattina se si è fortunati, si vede passare in qualche quartiere un camion che lava la strada, ma non è sicuro, potrebbe trattarsi di un miraggio.

La situazione dell’Asìa

Anziani operatori dell’Asìa si muovono stanchi con vecchie scope tra le mani, si fermano a fumare una sigaretta, si danno da fare per ore senza riuscire a pulire per bene neanche una strada. Non è colpa loro: sono vecchi, stanchi, demotivati.

D’altra parte, l’azienda che è stata per anni in crisi, crisi che pare sia in parte superata, è tornata sui giornali. Cento lavoratori a inizio mese erano in isolamento per covid, con conseguente carenza di personale e possibile ricaduta sulla raccolta dei rifiuti.

Una possibile soluzione

Una soluzione per la pulizia delle strade e l’inserimento di una serie di giovani lavoratori volenterosi e capaci, sarebbe invece sotto gli occhi di tutti. Sono tantissimi i ragazzi immigrati che tra il Vomero, l’Arenella e il centro storico, si sistemano lungo le strade principali. Armati di scopa, paletta e qualche bicchiere per chiedere offerte volontarie alle persone, puliscono in modo meticoloso e perfetto i marciapiedi. A fine giornata, vanno via con grandi buste piene di ogni tipo di rifiuto. E il giorno dopo, ricominciano a lavorare. Per quanto? 15, forse 20 euro che riescono a guadagnare nell’arco di un giorno?

Forse questi ragazzi potrebbero essere considerati risorse e si potrebbe trovare un modo di contrattualizzarli. Sono in tanti e in modo autonomo già vanno a sopperire a delle carenze dell’azienda che dovrebbe occuparsi della pulizia delle strade. Potrebbero essere un’iniezione di forza giovane e volenterosa. Soprattutto in grado di pulire le strade molto meglio di quanto facciano gli attuali, vecchi e svogliati operatori ecologici.

Un appello

Dalle pagine virtuali di questo giornale online che si occupa ormai dal 2008 di cultura e informazione sull’ambiente e la sostenibilità, lanciamo quindi questo appello, sperando possa essere ascoltato. E’ un suggerimento, sta poi agli enti preposti trovare una giusta soluzione, economica e contrattuale. Dare un lavoro a questi ragazzi potrebbe significare tanto, per loro ma anche per noi. Significherebbe avere finalmente, dopo decenni, strade più pulite. Per loro, significherebbe integrazione, stabilità, una vita normale.