Decrescita: passaggi teorici sul modo di vedere l’uomo e la società

Cerchiamo ora di tratteggiare le basi teoriche del concetto di decrescita e le sue conseguenze economico-sociali.

I paesi occidentali basano la loro stabilità economico-sociale sull’accumulo di beni materiali, sull’aumento della produzione e del consumo di merci. Sulla base di questi principi è possibile misurare la ricchezza di un paese, il più diffuso dei parametri costruiti a tale scopo è il PIL. Dall’aumento della ricchezza materiale deriverebbe anche un miglioramento delle condizioni di vita della popolazione.

La decrescita può essere considerata una critica a questo modello economico, una alternativa al modo in cui siamo abituati a vedere la società nella quale viviamo. Un cambio di prospettiva che parte soprattutto dall’idea che abbiamo dei rapporti sociali e di come gli individui agiscono in società. L’uomo (e ovviamente anche la donna) non tenderebbe naturalmente a perseguire interessi personali (così come sostengono quelle teorie che mettono al centro del loro discorso l’egoistico soddisfacimento dei bisogni), che lo potrebbero portare in una condizione di isolamento.

Per le persone sarebbe molto più importante salvaguardare la coesione sociale e i legami che intrattengono con il resto del gruppo.

decrescita_2L’ispirazione dei teorici della decrescita viene da lontano, molti di loro hanno infatti hanno attinto alla letteratura etnografica dedicata alle popolazioni africane. Si guarda con occhio diverso l’esperienza di questi paesi: l’Africa non è più arretrata e sottosviluppata, ma diventa il “laboratorio della modernità”. Si intravedono nuovi modi coniugare la vita materiale e i legami sociali, si comincia a sostenere che il consumo forsennato di beni non è la strada privilegiata per la felicità individuale, che esistono prerogative sociali che travalicano gli interessi individuali. Un nuovo rapporto con la produzione e il consumo di beni, si traduce in un diverso rapporto di concepire l’uomo in società.