Bjork in difesa della geotermia islandese

Da alcuni giorni Bjork, regina del pop islandese, porta avanti una protesta che sta già infiammando l’opinione pubblica nazionale. Al centro della disputa sono le sorti dell’energia geotermica del paese. L’azienda canadese Magma Energy, sarebbe disposta ad acquistare, per ben 322 milioni di euro, una delle principali società energetiche pubbliche islandesi. L’energia geotermica, una delle risorse naturali più preziose d’Islanda e nonché patrimonio nazionale per gran parte della popolazione, rischierebbe di essere privatizzata. La questione rappresenta anche un reale pericolo per la stabilità del governo (di centro- sinisra) in carica, favorevole all’accordo. Al Financial Times, Bjork dichiara: questo accordo puzza di quegli stessi trascorsi di corruzione che ci hanno portato al crack bancario.

Se l’acquisizione si concretizzasse (il termine ultimo per la chiusura delle trattative è la fine di questo mese), Magma Energy avrebbe il diritto di sfruttare le risorse geotermiche sulla penisola di Reykjanes, a sud-ovest di Reykjavik, per i prossimi 65 anni, con la possibilità di una proroga di altri 65. La società ha replicato alle parole di Bjork, affermando di essere disposta a ridurre il tempo di permanenza sull’isola e promettendo investimenti (560 milioni di dollari per i prossimi sei anni per raddoppiare la capacità di generazione).

L’Islanda possiede una grande conoscenza e competenza per lo sfruttamento dell’energia geotermica, sono proprio questi aspetti che per Bjork potrebbero essere messi a frutto per la creazione di un nuovo rapporto tra “nuovo rapporto tra natura e tecnologia”.