Ci siamo già presentati?

 Il 3 aprile sarà presentatala rivista social Chiunque , di cui Econote.it fa parte. In occasione di questo evento alcuni redattori si sono chiesti “ma da dove siamo partiti?” perchè la squadra cresce e si rinnova continuamente. Jacopo mi ha posto a questo proposito delle domande. Perdonateci questo momento autoreferenziale, ritorneremo presto con le eco-note che ben conoscete. M.

M. Tutto è nato da quella che sembrava un’alluvione di monnezza, dal fatto che questa meravigliosa città era sulla bocca di tutti con la sua gente come il posto più sudicio del mondo. Da lì sono partiti tanti: perchè. Perchè non parte la raccolta differenziata, perchè dobbiamo vivere così, etc. E poi mentre mi scervellavo e cercavo di capire ho incontrato Raffaele Del Giudice davanti a Santa Chiara (lo avevo visto da Santoro presentare il documentario Biùtiful Cauntri) e ho iniziato a girargli queste domande. Lui mi ha aperto gli occhi e mi ha detto che “nulla è irrecuperabile”. Da allora ci incrociamo sempre in momenti critici e lui mi ha soprannominato “la scintilla”, mi dice: “quando ti incontro succede sempre qualcosa”.

J. Marianna porterei volentieri il discorso su Napoli (perché mi manca) ed i suoi problemi e tutte le varie filosofie che noi napoletani ricamiamo sulla città ed i suoi “ignobili” abitanti, ma siamo qui per parlare di Econote.it: dall’incontro con Del Giudice ad arrivare ad  Econote sarà successo qualcos’altro?

M. Goethe nel ‘700 colpito dalla bellezza di Napoli la definiva “Un paradiso abitato da diavoli”, per rispondere all’accenno che facevi agli abitanti della città. Ti posso dire che adesso, stando lontana mi mancano quelle facce e quei sorrisi pronti sempre a sbocciare, quei modi di fare e di dire. Non mi mancano l’approssimazione e la “pacienza” di un popolo che è stato dominato, che cerca sempre un potere salvifico all’esterno, fosse un Masaniello, un Bassolino o un Maradona qualsiasi. Detto questo Napoli ha tutte le carte in regola per riscattarsi a livello internazionale e forse come modello potremmo prendere la Barcellona di oggi, che ha diverse analogie con Napoli.

Tornando al 2008 e ad Econote.it. Quell’anno lavoravo alla radio dell’Ateneo Federico II (F2 Radio lab) dopo la laurea in Sociologia, e così ho invitato Raffaele negli studi per coinvolgere gli studenti. Il gruppo si è subito messo in moto, una playlist con brani ad hoc, abbiamo preparato dei jingle, delle domande semplici e chiare, preso contatti con blogger che si stavano interessando al problema, affisso locandine nelle facoltà. Quel giorno abbiamo sentito tutta la comunità studentesca partecipe e attenta. Tante domande in redazione e Raffaele a rispondere in maniera chiara a tutti i dubbi e le apprensioni (estratto dell’intervista di quel giorno). Da quel momento poi ogni mese abbiamo invitato un esperto in un approfondimento speciale: Antonio Marfella oncologo dell’Istituto dei tumori “Pascale” di Napoli (estratto dell’intervista), Simona Bassano di Tufillo vignettista e attivista sul tema rifiuti (estratto).

Parallelamente attraverso il blog cercavamo di dare consigli e dritte per essere più sostenibili. Delle eco-note applicabili nella vita di tutti i giorni insomma. Poi sono arrivate collaborazioni, presentazioni, incontri con le scuole, interviste (qui, qui e qui). 

J. L’idea di fare informazione e quindi di attivarti è nata in quel momento o già la facevi, insomma cosa è successo?

M. Scrivo da sempre e di tutto: di cinema, musica, e di attualità. Ho contribuito alla nascita di magazine. Ma tutto è partito con Alternapoli, e ovviamente in un periodo critico per la mia terra mi premeva scrivere di quello.

J. Sono arrivato nell’esercito di Econote verso la fine del 2011 per gli stessi motivi che elencavi prima: la monezza etc etc, e subito ho notato in tutti in una grande passione sia nell’esprimere il proprio punto di vista e sia nel fare informazione. Chi sono i primi ad aver creduto nell’idea? O chi invece aveva mostrato dubbi per poi ricredersi?

M. Riflettendoci forse esercito è una parola che rende l’idea di quanto ogni redattore di Econote.it crede nel fatto che sia importante avere gli occhi aperti sul mondo che ci circonda e che siano le piccole azioni a fare la differenza. Probabilmente è così perché ciascuno parla dell’ecologia dalla sua prospettiva, Tania dal punto di vista dell’architettura, Mattia della scienza, Gianluca della tecnologia, Antonio dei libri, Silvia degli eventi, Mila del marketing, Roberta dei viaggi e tu delle leggi. A Fran spetta il compito di tradurre questo in vignette. E sono ogni giorno più sorpresa del gruppo, perché tutti ci mettono il tempo e le energie che possono e vogliono, visto che ci auto sostentiamo. Quanto ai dubbi, abbiamo avuto momenti critici, in cui gli impegni non lasciavano spazio a molto altro, in generale però dato che è una partecipazione volontaria non ci sono dubbi. E a credere dalla prima ora in questo progetto, con me dal primo momento in cui un gruppo che parlasse di sostenibilità in modo chiaro era solo nella mia testa, c’è Antonio.

J. Il sito è nato soprattutto per fare informazione ma cosa ti regala il fatto di farla?

M. Sappiamo che c’è qualcuno in più che si porta in giro sacchetti di tela per fare la spesa o smaltisce le pile esauste correttamente. E poi il nostro motto è un proverbio cinese: Se fai piani per un anno, semina grano. Se fai piani per un decennio, pianta alberi. Se fai piani per la vita, istruisci le persone.

J. Ad oggi quali sono  i numeri di Econote.it e a dove si vuole arrivare.

M. Non so dirti dove vuole arrivare, direi che sarebbe bello far bene e dare informazioni chiare e precise, approfondire sempre di più quello che postiamo. Sui numeri proprio nelle ultime settimane stiamo avendo una grande crescita, merito di un bel gruppo di “antenne” sull’attualità.

J. Finiamo mettendoti in difficoltà: un aggettivo per ogni collaboratore del sito.

M. Questa sì che è difficile.

In realtà il bello è che il gruppo è formato da persone completamente diverse le une dalle altre.