Dal 16 al 22 settembre anche quest’anno ci sarà la settimana europea della mobilità, un’occasione per riflettere sulla mobilità sostenibile e sulle tematiche correlate.
La ricorrenza, istituita nel 2002 dalla Commissione Europea, negli anni è cresciuta, arrivando con l’edizione passata a coinvolgere 1900 città in 45 Paesi in Europa e nel mondo.
Le iniziative sono numerosissime anche in Italia, per scoprire quelle più vicine basta andare sul sito di FIAB.
La settimana della mobilità però non è solo un’occasione per spolverare la bicicletta e fare un po’ di moto (obiettivo comunque non insignificante!) ma un momento per approfondire temi trattati spesso con superficialità.
Il focus del 2016 verterà attorno al costo della mobilità, a livello sociale e personale: quali sono le scelte più convenienti per l’individuo e per l’ambiente, quali le possibili alternative da valutare, che ricadute economiche può avere l’adozione di modelli di mobilità più sostenibili.
Per capire la rilevanza dell’argomento citiamo alcuni dei dati riportati dalla Commissione Europea nel documento che detta le linee guida dell’evento.
Nel 2014 il 54% della popolazione EU ha dichiarato che l’auto è il proprio mezzo di trasporto primario. Cambiare questo dato avrebbe un impatto notevole sia sui costi per il singolo cittadino sia sull’economia e l’ambiente.
Uno studio commissionato dal governo regionale di Bruxelles ha stimato che un cittadino belga che decide di sostituire l’auto con la bici per i propri spostamenti quotidiani risparmia circa 2800€ all’anno. Inoltre, per il 2020 sono stimati tra i 3,5 e 5,6 miliardi di euro di entrate da car sharing e bike sharing, mentre gli introiti provenienti da parcheggi a pagamento per auto private si prevede che saranno tra 1,3 e 1,9 miliardi. Conviene quindi che i governi si muovano per assecondare questa tendenza.
La mobilità sostenibile ha importanti ricadute anche sulle economie locali più circoscritte. Uno studio francese infatti ha dimostrato che i pedoni spendono più tempo e più denaro nei negozi dei centri città (seguiti da ciclisti e da chi usa mezzi pubblici) rispetto agli automobilisti. La Federazione Europea Ciclisti EFC stima che i soli ciclisti ogni anno contribuiscano con 111 miliardi di euro alle entrate economiche delle piccole attività locali. Dati, questi, che privano di fondamento le paure di chi si oppone a chiudere al traffico i centri città per il timore di “uccidere il commercio”.
Un dato da non sottovalutare è infine quello che riguarda l’impatto positivo che la mobilità sostenibile ha sulla salute. La città di Copenhagen ha ottenuto una riduzione annuale di 230 miliardi di euro in spese sanitarie da quando ha introdotto politiche a favore dell’adozione della bici in città. In Germania si stima invece che per ogni 10% di cittadini che decidono di muoversi responsabilmente ci sia un taglio alle spese mediche pari a 18,67 miliardi di euro.
I motivi per scegliere di muoversi in modo più sostenibile non mancano, la data per iniziare nemmeno, perché allora non unirsi alla European Mobility Week dal 16 settembre?
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