Il Centro Ricerche Eni per le Energie Rinnovabili e l’Ambiente e le sfide del futuro

Energia solare e biomasse sono fonti di energia non convenzionali che Eni ha posto come focus dell’Istituto Donegani, storico istituto di ricerca industriale per le tecnologie innovative in diversi campi della chimica.

Nel 2007 l’Istituto, che ha più di settant’anni di storia, è diventato “Centro Ricerche Eni per le Energie Rinnovabili e l’Ambiente” e impiega 100 persone tra ricercatori, tecnici e staff che si occupano con varie competenze della modellistica molecolare, della catalisi, della produzione di nuovi materiali per lo sfruttamento dell’energia solare, di tecnologie per la caratterizzazione chimico-fisica, di metodologie innovative per le bonifiche ambientali e di sistemi per la valorizzazione dei rifiuti.

Le attività di ricerca e di sviluppo tecnologico del Centro sono condotte con il contributo di numerose università e di centri di ricerca italiani ed internazionali come le principali sedi del CNR, i Politecnici di Torino e Milano, il finlandese Technical Research Centre, il francese Centre National de la Recherche Scientifique, lo statunitense Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston  e la Stanford University, con i quali Eni ha consolidato da tempo una solida collaborazione scientifica.

Al Centro, nel campo delle energie rinnovabili, ci si impegna a studiare l’utilizzo dell’energia solare e delle biomasse, su cui Eni ha deciso di puntare tra le fonti rinnovabili perché valide sia per un utilizzo su larga scala, che per la loro sostenibilità  dal punto di vista ambientale.

Energia solare: Eni ha realizzato le prime celle solari di materiali organici e le prime celle ibride attivate da coloranti organici e prive di metalli. Sono stati sintetizzati anche convertitori di spettro capaci di concentrare la luce e aumentare la resa di un sistema fotovoltaico. Questa tecnologia è stata montata ed è in funzione a scopo dimostrativo su una pensilina fotovoltaica in una delle sedi di Roma.

Uno dei problemi nell’utilizzo di energie rinnovabili come quella solare è la discontinuità della loro disponibilità. Per ovviare a questa problematica al Centro Ricerche Eni per le Energie Rinnovabili e l’Ambiente sono state integrate delle batterie a flusso con elettrodi ad alta superficie, in grado di immagazzinare energia per tempi di alcune ore, superando i limiti delle tecnologie basate sul silicio.

Grazie a questa tecnologia il Centro ha ottenuto diversi premi e riconoscimenti come il Premio Nazionale per l’Innovazione 2009 e il Premio dei Premi, assegnato dal Presidente della Repubblica.

Biomasse. È attivo un impianto pilota per lo smaltimento e la valorizzazione dei rifiuti: si chiama Waste-to Fuel e permette di estrarre dalla frazione umida dei comuni rifiuti solidi urbani fino all’80% di energia trasformandola in bio-olio. Sempre nel campo della conversione dei rifiuti in energia, al Centro si sta lavorando anche alla saccarificazione degli scarti agricoli. Questo processo è utile per la derivazione di grassi potenzialmente trasformabili in biocarburanti attraverso l’ecofining.

Tutela ambientale. Con l’utilizzo di materiali superidrofobici, invece, il Centro ha ottenuto significativi risultati nel recupero degli spandimenti di greggio e di sostanze organiche in ambienti marini o nelle falde. Si può immaginare quanto questo possa essere d’aiuto in caso di catastrofi naturali quali il versamento di petrolio o simili. Le ricerche, tuttavia, si focalizzano anche sul delicato tema delle bonifiche ambientali che possono essere destinante ai terreni. La riqualificazione del terreno in caso di contaminazione avviene attraverso le piante autoctone che “drenano” gli inquinanti.  Nel caso in cui anche le acque in falda risultino contaminate si procede mediante l’utilizzo di materiali sorbenti implementabili in barriere permeabili reattive o, in sostituzione, con membrane semipermeabili.

Altre soluzioni attuate per i problemi di inquinamento ambientale, tramite il monitoraggio e l’osservazione del suolo e delle acque, sono: lo sviluppo di tecnologie elettrocinetiche per la bonifica di suoli contaminati da metalli pesanti grazie al passaggio di corrente elettrica, l’utilizzo di tecnologie di inertizzazione di rifiuti industriali basate sulla combustione senza fiamma con ossigeno, l’introduzione di tecnologie per il trattamento e la termovalorizzazione di rifiuti provenienti da raffinerie e impianti petrolchimici basate sulla combustione in plasma e, infine, lo sviluppo di materiali idrofobici in grado di permeare sostanze organiche escludendo l’acqua.

Gli eccellenti traguardi raggiunti dal Centro Ricerche Eni per le Energie Rinnovabili e l’Ambiente riconfermano Eni leader nazionale per l’ingegneria pura e leader mondiale per le attività offshore e onshore.

In collaborazione con Eni