ANTHROPOCENE – al MAST dal 16 maggio al 22 settembre 2019

Mostra a cura di Sophie Hackett, Andrea Kunard, Urs Sthael

Per la prima volta in Italia, a Bologna al MAST dal 16 maggio al 22 settembre 2019
UN’ESPLORAZIONE MULTIMEDIALE DELL’IMPRONTA UMANA SULLA TERRA

Alla FONDAZIONE MAST [Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia] di Bologna arriva in anteprima in Europa la mostra che indaga l’impatto dell’uomo sul pianeta attraverso le straordinarie immagini di Edward Burtynsky, i filmati di Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier e le esperienze immersive di realtà aumentata.
Il progetto Anthropocene è un’esplorazione multimediale che documenta l’indelebile impronta umana sulla terra: dalle barriere frangiflutti edificate sul 60% delle coste cinesi alle ciclopiche macchine costruite in Germania, dalle psichedeliche miniere di potassio nei monti Urali in Russia alla devastazione della Grande barriera corallina australiana, dalle surreali vasche di evaporazione del litio nel Deserto di Atacama alle cave di marmo di Carrara e ad una delle più grandi discariche del mondo a Dandora, in Kenya.
Anthropocene è frutto della collaborazione quadriennale tra il fotografo di fama mondiale Edward Burtynsky e i pluripremiati registi Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier che, combinando arte, cinema, realtà aumentata e ricerca scientifica, documentano i cambiamenti che l’uomo ha impresso sulla terra e testimoniano gli effetti delle attività umane sui processi naturali.

 

Edward Burtynsky
Dandora Landfill #3, Plastics Recycling, Nairobi, Kenya 2016
photo © Edward Burtynsky, courtesy Admira Photography, Milan / Nicholas Metivier Gallery, Toronto

Il progetto

Il progetto si basa sulla ricerca del gruppo internazionale di scienziati Anthropocene Working Group impegnato nel raccogliere prove del passaggio dall’attuale epoca geologica – l’Olocene, iniziata circa 11.700 anni fa – all’Antropocene (dal greco anthropos, uomo). La ricerca è volta a dimostrare che gli esseri umani sono diventati la singola forza più determinante sul pianeta.
La terraformazione del pianeta mediante l’estrazione mineraria, l’urbanizzazione, l’industrializzazione e l’agricoltura; la proliferazione delle dighe e la frequente deviazione dei corsi d’acqua; l’eccesso di CO2 e l’acidificazione degli oceani dovuti al cambiamento climatico; la presenza pervasiva e globale della plastica, del cemento e di altri tecno-fossili; un’impennata senza precedenti nei tassi di deforestazione ed estinzione: queste incursioni umane su scala planetaria – argomentano gli scienziati – sono così pesanti che i loro effetti sono destinati a perdurare e a influenzare il corso delle ere geologiche.
La mostra utilizza diversi mezzi espressivi. Trentacinque fotografie di grande formato di Edward Burtynsky.
Quattro murales ad alta risoluzione, in cui si abbinano tecniche fotografiche e filmiche, che evidenziano il lavoro sinergico dei tre artisti: grazie a brevi estensioni video di Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier integrati in queste enormi fotografie, i visitatori possono esaminare nei più minuti dettagli e in modo immersivo la complessità delle incursioni umane sulla Terra attraverso la App AVARA (scaricabile gratuitamente su Apple App Store e Google Play, sul proprio smartphone/tablet o sui tablet messi a disposizione da MAST). Tredici videoinstallazioni HD curate dai due registi offrono vivide riflessioni sull’Antropocene, sui singoli scenari che lo rappresentano, e favoriscono la comprensione della portata e dell’impatto del fenomeno. Nel percorso espositivo si trovano inoltre tre installazioni di Realtà Aumentata [RA] che ricreano su smartphone e tablet un modello fotorealistico tridimensionale a grandezza naturale di impressionante verosimiglianza, consentendo ai visitatori di tutte le età di “toccare con mano” alcuni degli effetti devastanti causati dal dominio dell’uomo sulla terra come l’estinzione di una specie animale. Le esperienze di RA sono create con la tecnica della fotogrammetria in cui migliaia di fotografie ad alta definizione, scattate da tutte le angolazioni, vengono assemblate in ambiente digitale e sono visibili con la App AVARA (scaricabile gratuitamente su Apple App Store e Google Play, sul proprio smartphone/tablet o sui tablet messi a disposizione da MAST).

Edward Burtynsky
Clearcut #1, Palm Oil Plantation, Borneo, Malaysia 2016
photo © Edward Burtynsky, courtesy Admira Photography, Milan / Nicholas Metivier Gallery, Toronto

 

Le parole degli artisti

Edward Burtynsky: “Il nostro lavoro può offrire uno sguardo avvincente su ciò che accade, la nostra è una testimonianza reale. Far vivere queste realtà attraverso la fotografia è come creare un potente meccanismo che dà forma alle coscienze”.

Jennifer Baichwal: “Non vogliamo fare prediche, rivendicare o attribuire colpe, vogliamo semplicemente testimoniare, e da testimoni, cercare di smuovere le coscienze. Credo ancora che il pensiero e l’esplorazione trasversale, il confronto, generino  una trasformazione più profonda e duratura rispetto ad un’aspra contrapposizione”.

Nicholas de Pencier: “Non mi interessa puntare il dito o rinnegare le nostre colpe. Vivo nel mondo reale e ho bisogno delle stesse soluzioni pratiche di chiunque altro. È quindi mia responsabilità usare la macchina da presa come uno specchio e non un martello: invitare gli spettatori a essere testimoni di questi luoghi e a reagire ognuno a suo modo”.

Il progetto ha debuttato in Canada a settembre 2018 con il film “Anthropocene: The Human Epoch” proiettato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival e con la mostra allestita in contemporanea all’Art Gallery of Ontario di Toronto (AGO) e alla National Gallery of Canada di Ottawa (NGC) organizzata in partnership con la Fondazione MAST.
Hanno co-curato la mostra: Urs Stahel, che cura sia la PhotoGallery sia la collezione di Fondazione MAST, Sophie Hackett e Andrea Kunard rispettivamente curatrici della Fotografia dell’Art Gallery of Ontario di Toronto e della National Gallery of Canada di Ottawa. La mostra, esplorando gli effetti delle attività umane sul Pianeta, si inscrive nel progetto artistico della Fondazione MAST che dal 2013 conduce una riflessione approfondita sul rapporto tra l’uomo e il mondo del lavoro  attraverso esposizioni di fotografia [tratte dalla collezione di Fondazione MAST o provenienti da musei, archivi e raccolte private], che raccontano il settore produttivo, le comunità dei mestieri e l’occupazione in genere.

Edward Burtynsky
Oil Bunkering #4, Niger Delta, Nigeria 2016
photo © Edward Burtynsky, courtesy Admira Photography, Milan / Nicholas Metivier Gallery, Toronto

MAST.
via Speranza 42, Bologna
16 maggio – 22 settembre 2019
www.mast.org
Ingresso gratuito

Orari di apertura
Martedì – Domenica 10.00 – 19.00