Abbracciare uno stile alimentare che si interessa della salvaguardia dell’ambiente è una scelta che sempre più persone stanno sposando. Che si tratti di una maggiore attenzione alle etichette dei prodotti, alla lista degli ingredienti e alla lunghezza della filiera, che sia la ricerca di bollini bio, sui prodotti confezionati o la spesa dal contadino di fiducia, ma anche la rinuncia completa a specifiche tipologie di cibo, in tanti ormai seguono diete particolari e spesso non in linea con la tradizione dei piatti tipici regionali. Si pensi, ad esempio, al veganismo che, più che uno stile alimentare, rappresenta un vero e proprio stile di vita. Dalla scelta dei vini, al consumo di miele, dall’abbigliamento fino alle confezioni, ogni scelta d’acquisto è condizionata dalla ferma volontà di evitare ogni materia prima di origine animale. Queste decisioni si manifestano soprattutto a tavola, dove ci si sente chiamati a un consumo di cibo più selezionato, che predilige la qualità, più che la quantità, delle materie prime e la forte attenzione alle sue origini e al modo in cui sono state coltivate.
Da un po’ di tempo, anche il settore vitivinicolo sta mostrando una maggiore attenzione nella coltivazione delle uve e nei processi di vinificazione, implementando tecniche e ingredienti più etici e capaci di soddisfare la crescente domanda di vini biologici biodinamici e naturali.
D’altra parte, però, queste tecniche di vinificazione e coltivazione delle uve dividono gli esperti in due correnti di pensiero diverse e contrapposte. Alcuni, guardano con scetticismo alle produzioni biodinamiche, naturali, bio e persino vegane, altri, invece, ne sposano pienamente la filosofia, esaltandone persino il valore e la potenzialità.
Ad ogni modo, i vini naturali e vegani, di fatto, si stanno diffondendo e hanno dimostrato di essere apprezzati. Come gli altri vini, hanno il loro carattere, le loro note e i loro sentori, che necessitano dei giusti abbinamenti per essere esaltati al meglio. Con cosa vale la pena consumarli, allora, per poterne apprezzare le caratteristiche fino in fondo?
Quali criteri seguire per gli abbinamenti
Quello che fa la differenza, nell’abbinamento di un vino, non è tanto il modo in cui sono state coltivate le uve o vinificato, quanto i sentori, che tutto il processo di lavorazione ha rilasciato nel vino. Prima di procedere con l’abbinamento a un piatto ricco e gustoso o delicato e poco invasivo, vale la pena conoscere il prodotto, carpirne le note, testarne la permanenza e il livello dei tannini al palato. Rosso, bianco o rosè, ogni piatto dovrà esaltare il corpo del vino, più che il suo colore, e sposarsi con le note che rilascia al palato e all’olfatto, in una relazione di reciproca esaltazione.
Come abbinare un vino vegano e naturale
Ogni vitigno può essere di origine biologica e naturale e vinificato senza derivati animali. Che sia Sangiovese o Merlot, un vino rosso con queste caratteristiche può essere perfetto, ad esempio, con un gazpacho andaluso, un piatto delicato e corposo al tempo stesso, in grado di tenere testa alle note tipiche di un vino rosso. Ma i rossi possono essere anche di Cabernet, Tai, Primitivo o Nero d’Avola. In questi casi, dei piatti in linea con questa filosofia di cucina possono vedere protagoniste spezie, piatti forti, come il bulgur.
Al contrario, i vini bianchi come Prosecco, Vermentino, Chardonnay si possono sposare bene con degli spaghetti al ragù di lenticchie o del formaggio spalmabile alle erbe, sempre vegano.
Tra i vini da dessert, come uno spumante o Franciacorta bio o vegan, possono andare bene dei biscotti con okara di mandorle o persino un buon gelato a base di latte vegetale.