Pacchetto Clima, l’Italia ancora indietro

Annamo bene. L’Italia non è indietro, ma di più, per quanto riguarda l’ambiente e il cosiddetto “Pacchetto clima”. Cosa è il pacchetto clima? Si tratta di impegni da rispettare, soprattutto, entro il 2009.
Chiamato anche pacchetto 20-20-20, perché prevede il 20% di fonti rinnovabili, 20% di risparmio energetico e 20% riduzione Co2.
Stravos Dimas, Commissario Ue all’Ambiente, ha chiesto il rispetto del pacchetto in tempo. E l’Italia? Ha chiesto flessibilità, perché non ce la fa. Ha una sua tabella di marcia. E campa in aria motivazioni poco realistiche che contestano il piano, con Berlusconi che arriva a tirare in ballo la crisi internazionale e l’indebolimento dell’industria.
Storie. L’Italia deve prendere provvedimenti, ha l’obbligo di farlo. È indietro, ma deve mettersi al passo prendendo provvedimenti per mettersi in regola con le norme in applicazione del Protocollo di Kyoto.
Come al solito ci piovono critiche addosso, e noi non sappiamo fare altro che piangerci addosso, fare la parte delle vittime e di quelli che, come sempre, in materia d’ambiente appaiono incompetenti e poco propensi all’impegno.
Ma non è una questione di economia e industria. Bene ricordarlo sempre. Ne va della nostra vita, e della vita del nostro pianeta.
Lunedì ci sarà un incontro. Stavros Dimas incontrerà i suoi interlocutori italiani durante il Consiglio Ambiente e ne sapremo di più. Forse.