Il 20 maggio 2010 alle ore 15.30, presso l’Aula Magna ‘Piovani’ della Facoltà di Lettere e Filosofia, Università degli Studi di Napoli Federico II (via Porta di Massa, 1), ci sarà un incontro dal titolo “VELENI. Responsabili e vittime dell’inquinamento ambientale e alimentare in Italia“. Al quale interverranno: Francesco Barbagallo, Docente di Storia contemporanea, Università di Napoli Federico II, Gabriella Corona, Storica dell’ambiente, CNR-Napoli, Emiliano Fittipaldi, Giornalista de l’Espresso, Antonio Marfella, Oncologo e tossicologo, Ospedale Pascale di Napoli e Lucia Francesca Menna, Docente di Igiene veterinaria, Università di Napoli Federico II.
La discussione partirà dal libro di Emiliano Fittipaldi “Così ci uccidono. Storie, affari e segreti dell’Italia dei veleni” Edito da Rizzoli.
Di “Così ci uccidono” vi abbiamo già parlato qui. Dalla quarta di copertina:
“Forse siete convinti di scegliere sempre il meglio, e al supermercato passate ore a selezionare prodotti “di qualità”. Ma nel cibo che mangiate, nell’acqua che bevete, nell’aria che respirate e nei cosmetici che vi spalmate sul corpo i veleni sono in agguato. Tra gli avvelenatori non ci sono solo camorristi, mafiosi e criminali risaputi. La categoria comprende anche personaggi insospettabili. Politici ufficialmente impegnati nella tutela dell’ambiente ma che, tra beni di famiglia, possiedono aziende accusate di minare la salute dei dipendenti. Industriali milionari che confezionano i prodotti di marche famose con materiali scadenti e nocivi, vere e proprie bombe a orologeria per i consumatori. Sindaci e assessori che di fronte ad analisi inquietanti sulle sostanze tossiche contenute nell’acqua comunale preferiscono tacere “per non allarmare inutilmente la popolazione”. Responsabili delle bonifiche di aree gravemente contaminate, nel cuore dei nostri centri urbani, che lavorano solo per gonfiare il proprio portafogli, incuranti di chi in quelle zone vive o andrà a vivere. Sembra incredibile, ma succede di rado che queste storie clamorose trovino spazio nelle cronache di stampa e televisione“.
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