La Lega Anti Vivisezione ha diffuso il VI rapporto della Commissione Europea sui dati relativi al numero di animali utilizzati a fini sperimentali nei laboratori di gran parte d’Europa. Il rapporto in questione fa riferimento all’anno 2008 e prende in esame le strutture di ricerca situate sul territorio di 27 Stati membri.
Lo scopo di questo articolo è riportare dei dati resi pubblici dalla LAV e non di fare polemica sull’argomento “vivisezione”, anche perchè Econote ha già espresso la propria posizione in articoli precedenti riguardo a questi argomenti. I numeri presentati in questo rapporto sono quantomeno considerevoli, si parla di circa 12 milioni di animali utilizzati ogni anno per fini sperimentali. In particolare, nel 2008 sono stati “usati” più di 21 mila cani, 333 mila conigli e 9 mila scimmie; sono cifre importanti che portano alla luce una tematica che sta attirando sempre più spesso l’attenzione dei media.
In riferimento in particolare all’uso delle scimmie è importante precisare che secondo le statistiche il 56% degli esemplari proviene da catture allo stato selvatico, questo significa che più della metà delle scimmie coinvolte è stata portata via dal suo habitat, trasportata con viaggi estenuanti a destinazione e rinchiusa in laboratorio.
Alcuni paesi, quali Germani, Spagna, Francia, Irlanda ed Austria, mostrano addirittura un incremento del 50% in più nell’uso di animali nei laboratori rispetto al precedente rapporto della Commissione Europea, che faceva riferimento all’anno 2005. L’Italia rimane stabile, è infatti ancora quinta per numero di animali usati nelle strutture di ricerca.
Sono senza dubbio cifre importanti soprattutto se lette alla luce della recente “direttiva vivisezione” che ha ampliato le possibilità d’uso di animali nei laboratori. Di fronte al numero di 12 milioni di animali utilizzati ogni anno (cifra che riferimento esclusivamente all’Unione Europea) si dimostra forse davvero necessario interrogarsi sulla validità di tecniche di ricerca e sperimentazione di questo tipo. Che rilevanza accademica e scientifica hanno esperimenti di questo tipo? Accantonando, solo momentaneamente, le implicazioni etiche, offrono realmente delle soluzioni valide per le malattie umane? E’ sempre maggiore il numero di scienziati che sostengono la non attendibilità di tali procedure dal momento che ogni specie ha caratteristiche biologiche e genetiche proprie.
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