Articolo aggiornato il 21 Settembre 2017
La vicenda delle armi chimiche siriane che dovrebbero passare per il porto di Gioia Tauro ha molti punti oscuri. Si tratta sicuramente di un’operazione non semplice e pericolosa sotto il profilo ambientale e sanitario. Ma allora perché le autorità non hanno informato i cittadini in maniera chiara sulla faccenda? Questo è quello che si il WWF:
[…]”Che siano fornite lemassime garanzie sanitarie e ambientali durante le 48 ore del trasbordo a e che siano trattati “da adulti” i cittadini, fornendo tutte le informazioni disponibili riguardo alla neutralizzazione in mare e allo smaltimento definitivo delle 560 tonnellate di sostanze altamente tossiche, nel rispetto delle misure previste dalla Zona di protezione Ecologica del Tirreno e delle Convenzioni internazionali a tutela del Mediterraneo e del diritto alla trasparenza dei processi decisionali”.
Bisogna allestire presidi e stabilire uno stretto monitoraggio sia in mare che a terra, essere pronti a qualsiasi evenienza per poter intervenire in caso di disastro ambientale.
Le operanzioni si svolgeranno nel Porto di Gioia Tauro, tra la nave danese Ark Futura e il laboratorio galleggiante Cape Ray inviato dagli Stati Uniti d’America, che provvederà al trattamento delle armi chimiche siriane attraverso un processo di idrolisi che avverrà in navigazione nelle acque internazionali e poi allo smaltimento dei residui a terra in condizioni di sicurezza.
E’ troppo chiede al nostro Governo di conoscere le condizioni in cui si opererà? O ai nostri media di interessarsi a quello che succede sul nostro territorio preoccupandosi non di manette e scaramucce ma di una potenziale bomba ecologica maneggiata a pochi metri dalla nostra costa?
NB Sul sito del porto di Gioia Tauro, dove mi aspettavo di leggere anche un piccolo avviso a riguardo, non c’è alcuna notizia rispetto questa grossa e importante operazione nella quale verranno maneggiate armi chimiche siriane.
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