Gioia Tauro: armi chimiche siriane, e la sicurezza?

La vicenda delle armi chimiche siriane che dovrebbero passare per il porto di Gioia Tauro ha molti punti oscuri. Si tratta sicuramente di un’operazione non semplice e pericolosa sotto il profilo ambientale e sanitario. Ma allora perché le autorità non hanno informato i cittadini in maniera chiara sulla faccenda? Questo è quello che si il WWF:

[…]”Che siano fornite lemassime garanzie sanitarie e ambientali durante le 48 ore del trasbordo a  e che siano trattati “da adulti” i cittadini, fornendo tutte le informazioni disponibili riguardo alla neutralizzazione in mare e allo smaltimento definitivo delle 560 tonnellate di sostanze altamente tossiche, nel rispetto delle misure previste dalla Zona di protezione Ecologica del Tirreno e delle Convenzioni internazionali a tutela del Mediterraneo e del diritto alla trasparenza dei processi decisionali”.

 Bisogna allestire presidi e stabilire uno stretto monitoraggio sia in mare che a terra, essere pronti a qualsiasi evenienza per poter intervenire in caso di disastro ambientale.

 Le operanzioni si svolgeranno nel Porto di Gioia Tauro, tra la  nave danese Ark Futura e il laboratorio galleggiante Cape Ray inviato dagli Stati Uniti d’America, che provvederà al trattamento  delle armi chimiche siriane attraverso un processo di idrolisi che avverrà in navigazione nelle acque internazionali e poi allo smaltimento dei residui a terra in condizioni di sicurezza.

E’ troppo chiede al nostro Governo di conoscere le condizioni in cui si opererà? O ai nostri media di interessarsi a quello che succede sul nostro territorio preoccupandosi non di manette e scaramucce ma di una potenziale bomba ecologica maneggiata a pochi metri dalla nostra costa? 

NB Sul sito del porto di Gioia Tauro, dove mi aspettavo di leggere anche un piccolo avviso a riguardo, non c’è alcuna notizia rispetto questa grossa e importante operazione nella quale verranno maneggiate armi chimiche siriane.

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