La bicicletta come simbolo della rivoluzione sostenibile

Si chiama bicicletta o bici ma chi la utilizza tende a dargli un nome proprio perché poi non ne può più fare a meno e diventa una inseparabile amica per il trasporto sostenibile e l’attività fisica. Ed è la rivoluzione che sta arrivando su due ruote.

In questi anni abbiamo visto come il numero delle biciclette nelle nostre città sia cresciuto, sono nati diversi sistemi di bikesharing da Milano a Napoli, quindi senza distinzioni per città piccole in piano o enormi su e giù per le colline. Sappiamo che a Copenaghen ci sono più bici che auto, mentre in Italia la città delle biciclette è Ferrara.

La bicicletta è entrata nel marketing, nella cultura, nelle leggi, nella simbologia del cambiamento, nelle canzoni, nella politica. Afferma un voler vivere diverso, ci aiuta a stare in forma con la vita sedentaria che facciamo, è di moda e tanti marchi la utilizzano in campagne pubblicitarie e spot, la si può trovare al mercatino dell’usato ma anche acquistare in un e-commerce. Sono proliferate fiere e appuntamenti con megaraduni di ciclisti e pedalate dove le due ruote si appropriano degli spazi prima preclusi.

Ci si può viaggiare, basta avere qualche dritta per organizzarsi al meglio. I Sindaci che vogliono mostrare il cambiamento vanno in Comune in bici, pensate a Pizzarotti a Parma ad esempio ma ne abbiamo visti tanti altri.

Spostarsi con la bici per accompagnare i bambini a scuola o andare a lavoro in sella alla bicicletta secondo le ultime ricerche della Lund University in Svezia, pubblicati sulla rivista ‘Journal Of American Heart Association‘, allungherebbe la vita. Bastano infatti 30 minuti a settimana anche come hobby per ridurre rischio di infarto e malattie cardiovascolari.

Riassumendo quindi la bicicletta è di moda, fa stare in salute, non inquina, permette spostamenti veloci e aiuta la mobilità sostenibile, è economica.

Vi servono altri motivi per iniziare o riprendere a pedalare?