La passione e l’impegno di Giancarlo Siani continuano a vivere con un premio a lui dedicato. L’omicio del giornalista, assassinato a soli 26 dalla camorra, è una ferita inferta ad una intera generazione. La ricerca della verità si è rivelata per Siani una impresa rischiosa, che ha pagato con la propria vita.
L’eredità di Giancarlo. Esmeralda Calabria, Andrea D’Ambrosio e Peppe Ruggiero, i tre autori di Biùtiful cauntri, sembrano raccogliere l’eredità lasciata da Siani. Il documentario ha vinto il primo premio (ex aequo col libro C’erano bei cani ma molto seri) della quinta edizione del premio Giancarlo Siani. Le verità raccontate nel film sono scomode ed inquietanti, forse neanche troppo segrete rispetto a quelle ricercare da Siani. Lo schermo diventa la porta di accesso alla terra dei veleni. Le testimonianze dei pastori, degli agricoltori e di tutti i protagonisti intervistati, lasciano un senso di amarezza ed una profonda rabbia.
Una storia di degrado. Connivenze tra imprenditoria e politici, un’eco-mafia che per favorire i suoi affari diventa sempre di più senza scrupoli, l’assenza dei controlli, il silenzio della stampa e la complicità degli organi di Stato. Biùtiful cauntri narra del degrado, che non è solo ambientale, ma anche etico e politico. Ma le immagini parlano anche di una grande storia di impegno civile, dal materiale raccolto emerge disperazione ed abbandono. Realtà e sentimenti raccolte dall’occhio imparziale del documentarista, coniugato con uno sguardo “umano” che assiste impotente allo scempio.
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