Albero finto o vero? Meglio uno “riciclato”

Ogni anno il periodo natalizio porta con sè contraddizioni, dubbi e dilemmi. Una delle questioni più annose riguarda l’albero: meglio finto o vero?

La questione ha coinvolto anche la redazione di Econote.

La maggior parte di noi in un primo momento si è trovata d’accordo sul prediligere gli alberi finti: durano anni ed anni mentre quelli veri in grande percentuale muoiono dopo il Natale.

 

Antonio Brunori, segretario generale del Pefc Italia, ci ricorda però che gli abeti finti per essere prodotti e distribuiti emettono 21 chilogrammi di CO2 se in Pvc e 12 chili se in polietilene. Calcolando che in Italia ne vengono acquistati ogni anno circa mezzo milione, essi sono responsabili di circa 115mila tonnellate di anidride carbonica (l’equivalente di un’auto che percorre 6 milioni di chilometri). Senza contare che, una volta gettato, impiega centinaia di anni per degradarsi.

Secondo il Pefc la soluzione a minore impatto ambientale è quindi un’altra: scegliere un albero vero, ma facendo attenzione alla sua provenienza. Sull’etichetta deve esserci indicata la provenienza da coltivazioni specializzate; la nazionalità; l’età dell’albero, più è giovane e più è piccolo, maggiori sono le probabilità di sopravvivere.

Sempre più aziende e associazioni, inoltre, recuperano abeti alla fine delle feste per dare loro una seconda vita.

 

Ama Roma ad esempio in collaborazione con il Corpo forestale dello Stato, rinnova per l’ottava volta la campagna di raccolta straordinaria e riciclo degli alberi di Natale. Dopo le feste, dal 7 al 19 gennaio 2013, i cittadini romani potranno consegnare il proprio albero di Natale a uno dei 13 centri di raccolta Ama o dei 200 punti mobili di raccolta gratuita ingombranti Riciclacasa coinvolti nell’iniziativa. Gli alberi ripiantati in parchi o giardini.

Il dilemma rimane però irrisolto?

C’è ancora una possibilità: creare un albero di Natale con materiali di recupero e di riciclo dando libero sfogo alla propria fantasia.

Quest’anno ho voluto provarci anch’io. Non sono una mamma dalla grande manualità e creatività, ma l’importante, come ci ha anche sottolinenato Elisa Artuso alcune settimane fa, non è tanto il risultato, ma l’attività in sè, soprattutto se fatta insieme ai propri figli. Gli addobbi fai da te non hanno la pretesa di essere opere d’arte, ma sono il frutto di momenti di intimità familiare.

La mia prima creazione deriva dal riuso di grucce di metallo. Quelle che ci danno in lavanderia e che spesso riempiono i nostri armadi. Un po’ di nastro dorato tutto intorno, qualche pallina e fiocco recuperato dai pacchi dell’anno primo e voilà…

Un’altro alberello messo su un ripiano come soprammobilie è invece stato realizzato con imballaggi protettivi di un box doccia. Impilati uno sull’altro, qualche perlina di una collana rotta e dei bottoni ed ecco a voi.

La cosa divertente è che in realtà tutto ciò che ha una forma triangolare può essere trasformato in un albero di Natale.

Una mia amica aveva rotto il vetro di una cornice, esattamente lungo la diagonale formando così due triangoli. I due pezzi uniti tra loro e dipinti con colori a vetro si sono trasformati in uno splendido addobbo natalizio da rispolverare ogni anno.

L’altro giorno mentre cercavo ispirazione per l’articolo e dovevo intrattenere il mio bambino ho scoperto addirittura che ricettari e libri possono trasformasi in sfiziosi alberrelli.