Per legge le scuole stanno adottando strumenti per ridurre la carta. Si è iniziato a gennaio con le iscrizioni on line e si sta proseguendo in questi giorni con il registro elettronico, strumento di cui tutte le scuole dovranno dotarsi divenuto simbolo della rivoluzione tecnologica che sta interessando l’anno scolastico 2013/2014.
Frutto della «razionalizzazione della spesa pubblica», voluta dal “Decreto Monti” un anno fa, può essere un utile mezzo per sostenere la dematerializzazione.
Ma di cosa stiamo parlando?
Il registro elettronico è uno strumento on line al quale l’insegnante accede attraverso una password.
Attraverso questo sistema il docente può:
- accedere a tutti i registri delle proprie classi;
- consultare circolari e documenti della scuola;
- gestire contatti con i genitori.
Il dirigente scolastico ha a disposizione la situazione di ogni classe e di ogni studente in tempo reale.
Con dei semplici clic l’insegnante può segnare gli alunni assenti, inserire l’argomento della lezione, i risultati di un compito scritto, note sia di merito che di demerito, visualizzare lo storico dello studente, richiedere un incontro ai genitori (per questo anche le famiglie dovrebbero essere messe in grado di accedere al registro).
Gli obiettivi sono:
- semplificare al massimo la gestione burocratica che l’insegnante deve svolgere;
- consentire ai genitori di seguire da casa il lavoro dei propri figli, vedendo il programma svolto, i voti, le assenze, le eventuali note;
- permettere un risparmio di carta.
Sembra uno strumento efficiente e funzionale. Ma è davvero così?
Purtroppo da un’indagine promossa da Kion, società del Cineca che sviluppa piattaforme tecnologiche per la didattica, sembra che si sia registrato un ritardo. Su un campione di 200 dirigenti scolastici rappresentativi di istituti di ogni ordine e grado è emerso che solo il 50% ha provveduto ad adeguarsi alla legge (di questi, l’11% ha appena acquistato il software, il 68% non ha ancora esteso la novità a tutte le classi e il 20% è fermo alla sperimentazione).
Abbiamo interpellato alcune scuole nell’area tra la Provincia di Torino e quella di Asti. Dirigenti e insegnanti confermano questi dati.
A Pino Torinese (pochi km dal capoluogo piemontese), ad esempio, si inizia con l’introduzione del registro elettronico solo in alcune classi e per alcuni mesi continuerà ad essere affiancato dalla versione cartacea.
Negli Istituti comprensivi di Villanova d’Asti (circa 1100 studenti, 100 insegnanti suddivisi su 9 plessi) e Castelnuovo don Bosco-Cocconato-Montiglio (circa 1200 studenti, 155 insegnanti suddivisi su 16 plessi) sono previste per le prossime settimane alcune sessioni formative per il corpo docente e si sta aspettando che il Ministero dell’Istruzione finisca di configurare i computer della scuola.
In molte scuole, infine, le famiglie non potranno ancora accedere al servizio on line.
Sembra quindi che quest’anno scolastico servirà più che altro per prendere confidenza con questo strumento.
Bisogna anche evidenziare che il registro elettronico si appoggia sulla rete Internet che non sempre funziona bene (a questo proposito si ricorda che di recente il governo ha deciso di togliere 20 milioni di finanziamento al progetto per dare la banda larga a tutti gli Italiani entro il 2014).
E mentre il registro elettronico fatica ad entrare a pieno regime, un’altra tecnologia viene del tutto rinviata. Gli ebook sarebbero dovuti entrare in funzione sostituendo i tradizionali volumi di carta dal 2014-2015.
Se ne riparlerà, invece, al 2015-2016: il rinvio è stato confermato dal ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza al Consiglio dei ministri a inizio settembre.
Vi terremo aggiornati!
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