Brescia città inquinata: intervista a Stefania Baiguera, candidata al Premio Luisa Minazzi-Ambientalista dell’Anno

«Voglio per i miei figli il meglio e non solo nelle nostre relazioni personali ma anche nel mondo che vivono fuori a cominciare dall’aria che respirano, dall’acqua che bevono, dalla terra che toccano».

A dirlo è Stefania Baiguera, una delle candidate al “Premio Luisa Minazzi-Ambientalista dell’Anno”, che sarà consegnato a Casale Monferrato oggi, giovedì 12 dicembre. Bresciana di 43 anni è mamma di due ragazzi di 17 e 13 anni. Abita a Chiesa nuova un quartiere di Brescia relativamente recente nato nel secondo dopoguerra e che nell’arco di una quarantina di anni è divenuto una zona residenziale. Attenta all’ambiente fin da bambina afferma che «Brescia ha subito delle “angherie ambientali” così gravi che non è stato possibile rimanere indifferente».

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Stefania, ultimamente i problemi di inquinamento nel Sud Italia sono al centro dell’interesse dei media. Sembra che il nord non sia toccato da problemi ambientali. Cosa può dire, invece, di Brescia?

Brescia è una città tanto ammalata. Per troppi anni la mentalità produttiva ha portato tutti, istituzioni e cittadini, a mettere al primo posto il profitto, la produzione, il denaro. Senza nessuna attenzione a preservare l’ambiente. Abbiamo inquinato fiumi, devastato territori, sversato sostanze nocive e cancerogene. I terreni dove io vivo sono, ad esempio, inquinati da policlorobifenili (PCB) e diossine. Tutto questo causato dalla fabbrica Caffaro che ha sversato PCB nelle rogge e che quindi è finito in tutti i terreni. L’acqua di Brescia è potabile ma altamente ricca di cromo esavalente e nitrati. L’aria, a causa di un mega inceneritore, è inquinata. La cosa strana di questa città è che le persone si sono abituate a viverci accettando questi problemi senza ribellarsi o agire per trovare una soluzione. Anche i governi non hanno mai considerato i nostri problemi importanti. Per la bonifica dei terreni sono stati stanziati circa 8 milioni di euro, quando ne servirebbero almeno 2 miliardi e mezzo.

Come organizza la sua attività ambientalista?

Insieme ad un gruppo di amici ho fondato il “Comitato per l’Ambiente Brescia Sud” che organizza iniziative di sensibilizzazione sul territorio, partecipa attivamente a manifestazioni e presidi. Inoltre ho fatto parte fino a giugno 2013 del “Comitato Genitori Deledda” per ottenere la bonifica del giardino scolastico (della scuola primaria che si trova nel quartire Chiesa Nuova a 2 km in linea d’aria dal sito Caffaro – NdR). Il giardino da ben 11 anni non viene utilizzato dagli scolari in quanto inquinato. Il 2013 è stato un anno molto impegnativo di azioni forti: abbiamo occupato la scuola, occupato l’assessorato all’ambiente, organizzato presidi per tenere alta l’attenzione sulle problematiche ambientali della nostra città.

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http://www.cittadinireattivi.it/place/comitato-genitori-grazia-deledda-di-brescia/

Quali sono i suoi principali obiettivi?

Parlare e risolvere. Il mio sogno è che un giorno si possa davvero dire che viviamo in un ambiente sano. Intanto però, nel concreto, sto cercando, insieme ad altre persone, di fare tanta informazione. La gente deve sapere quello che succede, per troppi anni ci hanno tenuto all’oscuro dei gravi problemi che affliggono la nostra città, e comunque hanno minimizzato i problemi.

Una delle sue richieste è informare la popolazione sulle patologie trasmissibili con l’allattamento. L’allattamento al seno è il modo migliore per dare ai figli anticorpi e sicurezza. Questo non vale per le donne bresciane?

Ho allattato il mio secondo figlio, Alessandro, e credo sia stata una delle esperienze più belle che ho vissuto. Però sa se avessi saputo di trasmettergli PCB e diossine attraverso il latte non so se me la sarei sentita di allattarlo. Ci sono opinioni contrastanti, qualcuno dice che comunque i benefici dell’allattamento sono talmente alti che anche se il latte non è “puro” conviene comunque farlo. Altri dicono invece che sia completamente da sconsigliare in quanto vengono trasmesse ai bimbi sostanze dannosissime per la salute. Io so che le persone hanno diritto di poter scegliere, ma per poter fare una scelta devi anche essere ben informato. A Brescia non c’è stata la minima informazione e questo è davvero molto grave.

 Cosa consigla alle amiche e conoscenti che decidono di allattare i propri figli al seno?

Alle amiche o conoscenti consiglio solo di fare prima della nascita del proprio figlio gli esami per sapere se nel latte ci saranno PCB o diossine. Poi è una scelta personale che io non giudico. Un’amica proprio in questi mesi ha avuto una meravigliosa bambina ed ha scelto di allattarla, mentre un’altra che ha avuto un bimbo ha deciso di optare per il latte artificiale.

La sua candidatura al “Premio Luisa Minazzi-Ambientalista dell’Anno” è sicuramente un modo per portare all’attenzione dei media la situazione di Brescia. Chi pensa abbia votato per lei?

La mia candidatura è stata una sorpresa. Chi l’ha proposta mi ha inviato le motivazioni della sua scelta e quando le ho lette mi sono commossa. Penso mi abbiano votato le persone che mi conoscono e sanno cosa sto facendo. Ma anche persone che non mi conoscono personalmente, ma che hanno seguito le nostre vicende “bresciane” e mi hanno sostenuta perché condividono la mia battaglia. In ogni caso ognuno dei candidati meriterebbe il premio perché porta avanti progetti e lotte per il bene comune.