Il clima che cambia? Cicloni forza della natura

Questi ultimi mesi del 2013 sono stati caratterizzati dal forte maltempo. Tutti attraverso i principali mezzi di comunicazione abbiamo appreso tristi notizie inerenti ad allagamenti causati da piogge incessanti, a devastazioni occorse un po’ in tutta Italia. Dalla Sardegna alla Calabria e ancora all’Abruzzo dove il maltempo e le precoci nevicate hanno messo in ginocchio molti settori economici in particolare quello dell’agricoltura.

Purtroppo come spesso accade in simili circostanze, in particolare in Sardegna, ci sono state vittime, decine di feriti ed molti sfollati. Senza considerare poi i gravi danni arrecati alle industrie, alle abitazioni, alle infrastrutture ed alla rete viaria. Ma cosa è successo esattamente? In termini meteorologici possiamo dire che la causa di tutto questo è stata la formazione di una vasta e profonda area depressionaria (o meglio ciclonica) alimentata dalle correnti caldo-umide del Mediterraneo che ha provocato un vortice depressionario divenuto un ciclone a cui è stato dato il nome di “Cleopatra”.

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Vorrei capire meglio con voi in cosa consistono i cicloni, le trombe d’aria e le trombe marine, fenomeni che per fortuna in Italia sono rari. Vorrei parlare e descrivere in maniera semplice e comprensibile questi complessi fenomeni meteorologici, per i quali non basterebbero interi manuali per descriverli in modo ed esaustivo e cogliere tutte le loro sfaccettature.

Iniziamo proprio dai Cicloni, fenomeni che si manifastano prevalentemente in estate, in tarda primavera e in autunno. Solo raramente in inverno (le date di inizio delle stagioni meteorologiche sono diverse da quelle astronomiche, ad esempio l’estate meteorologica inizia il 1° di Giugno mentre l’inverno il 1° di Dicembre).

Si tratta di sistemi nuvolosi molto complessi che si formano generalmente sugli oceani ed in particolare nei mari tropicali (Cicloni Tropicali). Vi sono poi degli altri cicloni che si formano in zone più temperate o che da zone tropicali risalgono a latitudini più settentrionali che prendono invece il nome di Cicloni Extra-tropicali.

Visti dal satellite hanno la forma di giganteschi vortici con un occhio centrale più o meno grande e possono raggiungere e superare i 1000 Km di diametro. Ruotano in senso antiorario anche se nell’Emisfero meridionale ovvero Australe essi ruotano in direzione contraria ovvero in senso orario e si spostano da ovest verso est per effetto della legge di Coriolis.

Sono composti da cumuli/cumuli-nembo dalla forma torreggiante e talune volte avvolti a spirale, insieme ad altre formazioni nuvolose ammassate le une sulle altre dall’aspetto cupo e inquietante, che si sviluppano notevolmente in altezza fino a raggiungere (e talune volte a superare) il limite superiore della Troposfera. Si possono estendere orizzontalmente (senza soluzione di continuità) anche per migliaia di km.

cicloneAll’interno di questi cicloni sono presenti forti moti convettivi che generano fortissime correnti ascendenti e discendenti e che possono raggiungere ratei di caduta o ascesa fino a 30 mt/secondo. Unitamente a ciò, scorrono forti venti che possono superare i 250 km/h e che tendono a roteare velocissimamente in senso antiorario creando al suolo una specie di effetto aspirazione per cui al passaggio del ciclone sui bordi o in prossimità dello stesso si ha una repentina caduta della pressione barometrica che crea una sorta di aspirazione o “effetto camino” (ciò che provoca frequentemente la caduta di tegole dai tetti, di comignoli e lo sradicamento degli alberi e il trascinamento di cose ed oggetti). Chiaramente, tutto questo in funzione della forza che ha in quel momento il ciclone, al centro del vortice invece, nel cosiddetto “occhio del ciclone” vi è una sensibile caduta della velocità dei venti ed una relativa ma solo temporanea calma. Per concludere questa panoramica, occorre infine richiamare l’attenzione su alcuni aspetti che caratterizzano i cicloni: i venti fortissimi, l’intensa attività elettrica (i fulmini) e le scroscianti ed incessanti piogge che sono in grado in brevissimo tempo di provocare esondazioni di corsi d’acqua. Pensate che spesso nelle aree colpite, in un giorno o anche meno può cadere la pioggia media di 5 o 6 mesi. Nel prossimo post continuerò il mio discorso presentandovi le trombe d’aria e le trombe marine.