La ‘ville verte’ di Le Corbusier

In Le Corbusier l’attenzione verso la natura come universo di forme da cui trarre ispirazione per la progettazione fu costante, ma il ruolo giocato dall’architetto svizzero nell’architettura del paesaggio diviene seminale se si osserva il complesso delle sue elaborazioni rivolte all’organismo urbano. Nessun progettista del XX secolo, infatti, ha come lui saputo ripensare la funzione del verde negli abitati, concependo la naturalità come una vera e propria strategia di reinvenzione dell’ambiente cìttadino.

Se i primi decenni del XX secolo videro, seppure in forme edulcorate, l’affermarsi dell’idea di città-giardino proposta di E. Howard, a prospettare forme più radicali d’integrazione del verde con lo scenario cittadino fu l’architetto Le Corbusier, esponente di punta di una strategia di totale ripensamento dell’ambiente urbano, sviluppò una nuova concezione della città basata sulla “diluizione” dei centri abitati in parchi e giardini.

Sole, spazio e alberi, io  li ho considerati come materiali fondamentali per la creazione urbanistica”.

Le Corbusier si mostrò convinto che la soluzione alla crisi della città imponesse un patto fra architettura e natura di ben altra portata rispetto a quello proposto dai verdeggianti insiemi di casette che andavano sorgendo nelle periferie.

La sua città ideale, un nuovo ambiente urbano, fu denominato da lui come la  Ville Verte (Città Verde): una città nella natura, ma densa di abitanti e ricca di attività e relazioni sociali.

Vari furono i suoi progetti, dove si ricalca il giusto connubio tra architettura e natura :

–        Nel 1922 une ville contemporaine per 3 milioni di abitanti

–        Nel 1925 per il centro di Parigi, il Plan Voisin

–        Nel 1929-30 elabora la Ville Radieuse modello per una città moderna per un milione e mezzo di abitanti

Nel secondo dopoguerra ebbe finalmente l’opportunità di dare forma concreta alle sue elaborazioni teoriche, con la realizzazione di un’intera città in India e con la costruzione di una serie si edifici di grande dimensione, le famose Unitè d’habitation che ha, poi, riprodotto in varie città. Tema comune: rapporto tra architettura e natura, densità edilizia, collegamento delle residenze con i servizi.

L’architettura ingloba dentro di se la natura attraverso strutture architettoniche alte su pilastri aperti, dove lo spazio aperto e naturale filtra ininterotto anche al di sotto dell’edificio, e non solo, esso continua ad esistere al di sopra dell’architettura stessa attraverso l’utilizzo di tetti terrazzo che propongono una sacrale evocazione del genius loci, oltre al sapiente orientamento degli edifici per meglio godere della giusta illuminazione naturale e anche visiva (lui fu l’ideatore delle finestre a nastro e non solo…!) .

Per chi volesse approfondire: www.fondationlecorbusier.fr