Nucleare: la risposta di Bersani agli scienziati

Da quando Berlusconi ha annunciato che entro tre anni inizieranno i lavori per il ritorno al nucleare, la risposta del PD è stata immediata. Ma qualcuno spera che ci siano margini di cambiamento in questa posizione così netta. In una lettera inviata al segretario del partito, 72 nomi illustri della vita culturale e scientifica del nostro paese, chiedono che si apra un dibattito a favore dell’energia atomica. A leggere i firmatari del documento, non si può fare a meno di riflettere: dall’oncologo Umberto Veronesi, all’astrofisica amata dalla Sinistra Margerita Hack, fino ad arrivare al fondatore di Legambiente Chicco Testa. Le soli fonti rinnovabili non sarebbero necessarie alla riduzione delle emissioni CO2 e ala dipendenza dai combustibili fossili, diventa così determinante la produzione di energia nucleare.

Per i firmatari l’atteggiamento elitario e snobbistico che i rappresentanti del PD dimostrano di avere verso l’argomento, isolerebbe l’Italia sia sul fronte delle politiche energetiche che su quello dell’innovazione.

Accusato di uno spirito antiscientifico, Bersani risponde che il NO del PD non è di carattere ideologico. Il piano proposto dal governo riserva poca attenzione alle condizioni di sicurezza, alle procedure di delocalizzazione ed sembra essere poco chiaro sul tema dei costi.

Infatti, per la realizzazione e la messa in sicurezza degli impianti che si vogliono costruire, bisognerebbe mettere in campo una tale quantità di investimenti che, al termine dei lavori, il prezzo dell’energia prodotta potrebbe essere molto meno conveniente di quello che si prevede.

Bersani conclude facendo notare che il nucleare distoglie l’attenzione su quello che si potrebbe veramente fare in termini di politica energetica. Speriamo tanto che si riferisca all’implemento delle fonti rinnovabili, così come sull’esempio tedesco.

Da questa lettera è però possibile pensare che accanto agli “eco-dem“, nella Sinistra italiana si possa aprire un fronte pro-nucleare. Quali contenuti possono emergere da questa opposizione interna? E’ possibile pensare che nel PD ci possano essere interessi di lobby dietro queste posizioni?