In bici alla scoperta del Naviglio della Martesana

Alle volte Milano ti regala degli angoli incredibili. Ad esempio il Naviglio della Martesana, detto anche Naviglio piccolo.
Lo conoscete?

Per molti Milanesi è uno dei posti più suggestivi della città, ideale per lunghe passeggiate, a piedi o in bici. Ma ci sono anche molti che non lo conoscono, e non sanno che, pur essendo meno noto dei due grandi Navigli nella zona sud della città, rappresenta una delle gite su due ruote più gratificanti da fare nel capoluogo milanese. Per questo motivo l’abbiamo provato per voi.

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Abbigliamento comodo e codice del BikeMi (un servizio comodo, funzionale e conveniente) alla mano, siamo partiti da piazzale Loreto per un’avventura su due ruote costeggiando il fiumiciattolo che attraversa la città e, andando verso ovest, arriva fino a Trezzo sull’Adda, sviluppandosi per ben 38,7 km. Ecco, devo essere onesto. Di quei 38 noi ne abbiamo fatti poco più di 15, arrivando fino a Cernusco sul Naviglio e tornando indietro. Ma ne è valsa la pena, davvero. E credo che la bici sia ormai un mezzo sempre più importanti nelle grandi città, come testimonia anche l’importante appuntamento a Napoli del NapoliBikeFestival.

Dopo aver fatto 500 metri su viale Padova, abbiamo girato a sinistra per incrociare il Naviglio della Martesana più o meno all’altezza della fermata della metropolitana Turro. Questo ci ha permesso di imboccare la stradina che costeggia il Naviglio e iniziare a pedalare di buona lena. Avevamo viveri in quantità, avevamo bottiglie d’acqua, il sole era bello alto e picchiava un bel po’.

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Questo percorso è davvero l’ideale per chi voglia andare in bici evitando il traffico, cosa quasi impossibile a Milano, e godersi sin da subito un panorama quasi campestre. Abbiamo visto oche, cigni, addirittura nutrie fare il bagno e risalire il Naviglio. Avendo fatto il percorso a fine agosto, abbiamo incrociato pochi ciclisti e pochissimi pedoni, e ci hanno assicurato che di solito, soprattutto il sabato e la domenica, la strada è un po’ più piena di famiglie, bambini in bici e a piedi, che si godono la natura. Ma credo che sia comunque accettabile, anche in giorni “di punta”.

Dopo qualche chilometro, in pratica, si supera Crescenzago – lo si capisce perché sono ancora tanti i palazzi sulla destra – e si esce dalla città di Milano. Una leggera curva a sinistra ci fa capire che da questo momento in poi ci saranno solo alberi, pista ciclabile, qualche volenteroso pescatore, qualche temerario corridore e tanta natura.

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Sì, sembra proprio impossibile, ma a poche centinaia di metri da Milano non c’è nulla che ricordi il caos e il traffico della città. Ogni tanto qualche cascina abbandonata sulla destra, ma soprattutto tante bellissime casette sulla sinistra, villette che affacciano direttamente sul Naviglio.

E così, continuando lungo la strada, abbiamo attraversato Cologno Monzese e poi Vimodrone. Abbiamo fatto poi in una piccola sosta in un bar per un panino e una bottiglietta d’acqua, e dopo una mezzoretta ci siamo rimessi in sella per tornare verso Milano. Il percorso all’inverso è stato quasi più semplice e leggero dell’andata. Dispiace solo, ogni tanto, trovare delle zone un po’ abbandonate a loro stesse.

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Tornati in città, abbiamo proseguito arrivando fino alla fine (o all’inizio, dipende dalle prospettive) della Martesana. In pratica siamo arrivati, attraversando via Padova e poi Viale Monza, a via Melchiorre Gioia, dove in pratica il Naviglio diventa “coperto” (è accaduto nel 1968) e scompare. Con esso, anche la pista esclusivamente ciclabile. Da quel momento in poi si è in piena città, quindi abbiamo traffico, smog, insomma tutto ciò che avevamo dimenticato. Abbiamo proseguito per altri 500 metri, fino a quando non abbiamo trovato un punto dove lasciare le bici prese con BikeMi. Ci siamo infilati nella metro e siamo tornati soddisfatti a casa.

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