Depurazione con tappi di plastica riciclati: a tutta birra!

I protagonisti di questo connubio tra riciclo e birra sono due piccole realtà, Eco-Sistemi Srl (la start-up innovativa e spin-off accademico) di Rovereto (TN) ed Hordeum Srl (il birrificio) di Novara che, per quanto realizzato, si potrebbero definire la prima la mente e la seconda il braccio.

Ciò che è stato progettato dal team di Eco-sistemi è una macchina dalla lunghezza di 3,30 metri e dalla larghezza di 1,30, chiamata RCBR (Rotating Cell Biofilm Reactor), che ha la capacità di rimuovere la sostanza organica degli scarti contenente sia carbonio sia azoto (inquinante delle falde acquifere).

L’utilizzo della RCBR per la depurazione dell’acqua rappresenta un beneficio soprattutto ecologico (oltre che economico), in quanto prevede l’utilizzo di tappi di plastica riciclati in sostituzione dei complessi sistemi tecnologici attualmente disponibili sul mercato.

Nel caso specifico l’innovativo sistema è stato installato nel birrificio Hordeum di Novara. Qui, per la produzione delle quattro differenti tipologie birrarie, vengono generati circa 5,5 metri cubi di refluo di produzione il cui carico inquinante è paragonabile a quello di una comunità di circa 300 abitanti. Per la RCBR applicata nel birrificio sono stati utilizzati 430 chili di tappi riciclati, raccolti e recuperati da alcune onlus che, in cambio, ricevono donazioni per scopi sociali.

tappiI tappi di plastica sostituiscono i consueti e molto meno economici dispositivi prestampati nella loro funzione di base per la stabilizzazione del film di batteri responsabili della depurazione, ovvero di quegli organismi che si nutrono “mangiando” lo sporco, ovvero gli inquinanti organici biodegradabili composti da carbonio, azoto e fosforo.

Nel dettaglio la macchina utilizzata è costituita da un cestello rotante rinforzato in acciaio inox che ruota lentamente all’interno di una vasca (sempre in acciaio) dove vengono fatte confluire le acque da depurare. Il cestello è completamente pieno di elementi plastici (i tappi riciclati), che ruotando nell’acqua sporca sviluppano naturalmente una pellicola batterica. Se il cestello ruota parzialmente immerso nell’acqua si formano comunità di batteri che rimuovono il carbonio organico dalle acque sporche e ossidano l’ammoniaca a nitrati. Se il cestello ruota completamente immerso nelle acque sporche si toglie ossigeno al sistema che riduce i nitrati ad azoto molecolare.

Combinando quindi due macchine RCBR, una che ruota parzialmente immersa nelle acque sporche e una totalmente immersa, si ottiene un impianto di depurazione completo che riesce a rimuovere sia la componente organica a base di carbonio delle acque sporche sia quella azotata.

Da evidenziare è infine il bassissimo consumo del piccolo impianto,  che risulta avere un consumo reale (misurato durante il funzionamento) di 1.2-1.5 KWh, paragonabile a circa un decimo dei consumi di un tradizionale impianto di depurazione. L’impianto presente nel birrificio Hordeum permette una notevole riduzione di costi grazie al fatto che è costituito da due moduli che vengono azionati da un solo motore elettrico e grazie all’uso dei tappi, poiché il biofilm batterico ottiene ossigeno per svolgere il proprio lavoro dalla rotazione del sistema in atmosfera e non mediante compressori dedicati, dal costo più elevato.

La semplice tecnologia appena descritta può essere sicuramente riprodotta in altri contesti e contribuirebbe a diminuire l’inquinamento dovuto alla plastica non correttamente conferita di conseguenza recuperata e/o riciclata, come abbiamo potuto leggere nei recenti articoli https://www.econote.it/2014/06/18/mari-di-plastica/ e https://www.econote.it/2014/06/03/un-mare-di-plastica/ .

Per ulteriori informazioni sul sistema di depurazione descritto vi invitiamo a visitare il sito  http://www.eco-sistemi.org/, mentre per il birrificio http://www.hordeum.it/.

Foto riprese da : http://www.eco-sistemi.org/