Se si pensa all’inquinamento, non si può non pensare al peso dell’elettronica in esso. Gli oggetti elettronici (PC, telefonini e simili) sono costruiti per durare e le loro componenti (metalli e plastiche perlopiù) non sono biodegradabili. All’università dell’Illinois hanno reinventato l’Hi-Tech, trasformandolo in Biocompatibile. L’idea chiave è l’utilizzo della seta, lo stesso tessuto pregiato che compone gli abiti. La seta, successivamente a particolari trattamenti, andrebbe a creare il rivestimento della componente elettronica e permetterebbe così la sua biodegradazione. In base alle caratteristiche del rivestimento è possibile impostarne la durata della “vita”. Un’Elettronica Transitoria quindi che contrasta con l’Elettronica Immortale a cui siamo abituati.
Le applicazioni di questo tipo di materiale sono molteplici. Dalla creazione di oggetti elettronici che, una volta dispersi nell’ambiente, sono facilmente biodegradabili alla creazione di strumenti biomedici i quali, una volta impiantati, vengono riassorbiti dall’organismo senza quindi la necessità di asportarli. A tal proposito è stato già testato con successo un dispositivo antimicrobico su topo che dopo aver rimosso l’infezione dalla cavia (mediante calore) è stato totalmente riassorbito dall’ospite.
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